Via libera del Senato a decreto legge agenzia beni confiscati, è legge

Il Senato ha approvato, in via definitiva, con un voto all’unanimità, la conversione in legge del decreto che istituisce l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. L’opposizione, su invito del governo e della maggioranza, ha ritirato gli emendamenti ed è passato il testo già approvato dalla Camera. L’ istituzione dell’ Agenzia è finalizzata ad assicurare l’unitarietà degli interventi di confisca, consentendo una più rapida e efficace allocazione dei beni sequestrati.
L’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita’ organizzata, istituita con il decreto convertito definitivamente in legge dal Senato avra’ sede a Reggio Calabria e operera’ sotto la vigilanza del ministro dell’Interno. L’Agenzia avra’ anche una sede operativa a Palermo come stabilisce un ordine del giorno, caldeggiato dal presidente del Senato Schifani e accolto dal governo. Gli organi dell’Agenzia, che restano in carica per quattro anni e sono rinnovabili solo una volta nel mandato, sono il direttore (e’ stato nominato il prefetto Alberto Di Pace), il consiglio direttivo ed il collegio dei revisori. Del collegio direttivo faranno parte: un rappresentante del ministero dell’Interno; un magistrato designato dal ministero della giustizia; un altro individuato dal Procuratore Nazionale Antimafia; il direttore dell’Agenzia del Demanio o un suo delegato. L’organizzazione dell’Agenzia sara’ disposta con dei regolamenti, in base ai quali i rapporti tra l’Agenzia e l’Agenzia del demanio riguardo all’amministrazione ed alla custodia dei beni confiscati (per i quali l’organismo funzionera’ da amministratore giudiziario) saranno regolati da un’apposita convenzione non onerosa. Sostanzialmente, la nuova Agenzia, che allo stato avra’ una struttura di circa 30 dipendenti dovra’ avvalersi, nel suo operato, anche della collaborazione dell’Agenzia del Demanio e delle prefetture territoriali. Il magistrato non verra’ piu’ esautorato da ogni potere subito dopo il momento della confisca, cosi’ com’era previsto nel testo originario, ma continuera’ ad avere un rapporto diretto con l’amministratore incaricato di gestire i beni. All’Agenzia verranno affidati vari compiti tra cui quello di coadiuvare l’autorita’ giudiziaria nell’amministrazione e nella custodia dei beni sequestrati. Ma, dopo il decreto di confisca di primo grado, potra’ anche amministrare il bene da sola per proprio conto, oppure servirsi di un amministratore che potra’ restare anche quello che ha gestito l’immobile o la societa’ nella fase iniziale. E quando il bene risulti improduttivo o inutilizzabile potra’ ordinarne la demolizione o distruzione. Non potranno essere nominati amministratori, ne’ loro collaboratori, le persone nei cui confronti il provvedimento e’ stato disposto, ne’ loro parenti, affini e conviventi. Ma soprattutto non potranno aspirare a tale incarico persone condannate a una pena che comporti l’interdizione dei pubblici uffici anche temporanea o chi e’ stato oggetto di una misura di prevenzione. In piu’, per l’affidamento dell’incarico di amministratore si dovranno seguire criteri di rotazione e di trasparenza. Il provvedimento introduce anche importanti novita’ per quanto riguarda l’intenzione del governo di voler vendere i beni sequestrati alla criminalita’. Prima di tutto non potranno piu’ essere ”svenduti” all’asta con il rischio di farli tornare alle cosche, ma si dovranno vendere normalmente, a trattativa privata, e per un prezzo che non sia inferiore all’80% del loro valore effettivo.
MARONI, SU CONTRASTO TUTTE FORZE POLITICHE UNITE – ”E’ importante il voto unanime del Senato sull’istituzione dell’Agenzia dei beni sequestrati alla criminalita’ organizzata. Il segnale che esce oggi dal Parlamento e’ fortissimo: tutte le forze politiche sono unite nel contrasto alla criminalita’ organizzata in uno sforzo che i nostri cittadini apprezzeranno”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, parlando in Aula al Senato sulla conversione in legge del decreto che istituisce l’Agenzia. (ANSA)
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