Immaginate Oreste, antieroe di Eschilo, come metafora del primo “pentito” di mafia. La sua parabola, tragicissima, di matricida, e la sua condanna davanti a un supremo tribunale segnano il passaggio da una società tribale al regno della Legge.
Ruota intorno a questa affascinante e attualissima tematica il seminario organizzato questa mattina al teatro Bellini di Palermo, che ha visto protagonisti gli studenti dei licei classici (Meli, Garibaldi, Don Bosco) che hanno incontrato il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo.
“Lo scontro – Stato mafia nella Grecia classica” il titolo della giornata di studi, promossa dall’Associazione Teatro dei Due Mari, in occasione dei suoi dieci anni: così il teatro sposa la legalità, un binomio importante per le nuove generazioni che nella rilettura dei classici trovano spunti per riflettere su temi scottanti di cronaca e di attualità.
Filo conduttore dell’incontro lo spettacolo “Orestea/Atridi” che i due Mari metterà in scena al Teatro Antico di Tindari (Patti) dal 22 maggio al 6 giugno, prodotto insieme ad «Argot Produzioni» e all’«Associazione Teatrale Pistoiese». La trilogia di Eschilo è affiancata da una «Medea» di Euripide, insieme alla quale si replicherà dal 22 maggio al 6 giugno.
“Il mito di Oreste – ha spiegato il procuratore Messineo a un’attenta platea di ragazzi – segna il passaggio dalla vendetta tribale e privata al regno della giustizia. La modernità delle tragedie greche non è uno slogan, ma una verità, perché rappresentano un’autentica espressione dell’animo umano. Possiamo immaginare Oreste, come il primo dissociato dai clan. Purtroppo – ha constato con un filo di amarezza il magistrato – ancora oggi c’è tanto da combattere per affermare i principi della legalità, specie in Sicilia dove i giovani sono chiamati a un forte atto di responsabilità e di coscienza”. A fare gli onori di casa, Edoardo Siravo, neo presidente dell’Asociazione Teatro dei Due Mari, e Pietro Cartiglio, direttore dello Stabile di Palermo e regista di uno splendido allestimento di Orestea al teatro di Siracusa.
L’attrice Pamela Villoresi, interprete dei due spettacoli che andranno in scena a Tindari, ha recitato in “anteprima” alcuni passaggi di Atridi, tra gli applausi degli studenti. Al tavolo dei lavori anche Michele Di Martino, siciliano “emigrato” a Roma e drammaturgo che sul fertile terreno fornito da Eschilo ha riscritto la saga di Oreste, all’interno di una chiave molto contemporanea che ha per protagonista una «famiglia» di potere e di mafia.
La trilogia di Eschilo sulle vicende degli Atridi, opera maestra per intensità emozionale e intellettuale, nonché per esaltazione della democrazia, offre qui la possibilità di un confronto: quello tra il codice barbarico della mafia siciliana e la forza di un popolo che appoggia l’unica legittima giustizia esistente, quella basata sulle norme e sul diritto.
Nel cast dello spettacolo, oltre a oltre a Pamela Villoresi, ci sono Maurizio Panici (Agamennone), che cura anche la regia, David Sebasti (Don Pino), Renato Campese (Mons. Mario), Silvia Budri Da Maren (Elettra), Andrea Bacci (Oreste) ed Elena Sbardella (Cassandra/Ifigenia). Le scene sono di Arnaldo Pomodoro e le musiche di Stefano Saletti.
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