Alla fine è stato tutto confermato, almeno in primo grado, quanto sostengo in un capitolo del libro “la zona grigia, professionisti al servizio della mafia”: la collusione tra grandi professionisti e il figlio di don Vito Ciancimino, Massimo (nella foto), c’è stata. E c’è stata con l’obiettivo di occultare il grande patrimonio dell’ex sindaco di Palermo. I 60 milioni sequestrati sono lì a dimostrare quanto sia grande questo patrimonio. Resta centrale in questa vicenda il ruolo di Giorgio Ghiron, avvocato romano di fama internazionale, e di Gianni Lapis, docente universitario, avvocato tributarista palermitano e vecchio amico dell’ex sindaco di Palermo. Lapis ha provato fino all’ultimo a difendersi ma alla fine il giudice lo ha riconosciuto colpevole di intestazione fittizia di beni.