Petizione per confiscare il casolare in cui fu ucciso Peppino Impastato

Ricordare Peppino Impastato a 35 anni dall’uccisione da parte dei mafiosi di Cinisi mandati da don Tano Badalamenti, “don Tano seduto” come lo chiamava Peppino dai microfoni della radio, Radio Aut. Ci sono molti modi per ricordare il giovane siciliano che non si era rassegnato, nonostante fosse nato in una famiglia mafiosa, il militante di Democrazia proletaria, il giornalista, sì giornalista, l’intellettuale. Sono modi concreti proposti in questi giorni da fronti diversi.
[banner size=”468X60″]
Radio 100passi, che si ispira all’opera di Peppino giovedì 2 maggio, presso Libera – Bottega dei Sapori in piazza Castelnuovo 13, conferenza stampa alle ore 10 e manifestazione pubblica alle 11 con diretta sul web di Radio100Passi, per ufficializzare la presentazione della “raccolta firme, petizione popolare per chiedere al Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, di avviare la procedura per l’esproprio del casolare ove fu assassinato Peppino Impastato e renderlo bene fruibile al pubblico e luogo della memoria”.
Interverranno il fratello di Peppino Giovanni Impastato (Casa Memoria), Danilo Sulis (Rete 100 passi e promotore dell’iniziativa), Giovanni Pagano (Libera Palermo), Umberto Di Maggio Libera-Sicilia; Claudio La Cavera (Museo della ‘ndrangheta), I.M.D.,( Associazione 100×100 in movimento).
Tra le adesioni dirette al sito http://www.change.org/peppinoimpastato e le mail arrivate a casolareimpastato@100passi.net, sono state raccolte già 30.000 firme. La possibilità di aderire rimane aperta sino al 9 maggio quando le firme saranno ufficialmente consegnate al Presidente Crocetta, già invitato in contrada Feudo, ove insiste l’ormai fatiscente casolare.
“Crediamo che l’esproprio sia un atto dovuto nel rispetto dell’impegno antimafia di Peppino e di tutti coloro che sono morti per non aver abbassato la testa” sottolinea Sulis.
Della petizione e delle manifestazioni si è parlato alla Camera dei deputati nella cui Sala stampa si è tenuta la conferenza stampa che si è tenuta presso la sala stampa della Camera dei Deputati, a cui ha partecipato anche il deputato Laura Garavini, già capogruppo Pd in Commissione Antimafia e i parlamentari Federico Gelli e Davide Mattiello. E’ stata ricordata la memoria di Peppino Impastato, ma anche la realtà della buona politica realizzata dai tanti amministratori locali che si battono contro le mafie nel loro territorio, subendo minacce e intimidazioni. Ha questa duplice ambizione l’iniziativa “I cento passi dei Sindaci”, organizzata a Cinisi (Pa) l’8 e 9 maggio prossimi da Avviso Pubblico e Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato .
L’8 maggio sono previsti la presentazione del rapporto “Amministratori sotto tiro”, curato da Avviso Pubblico, che illustra i tanti casi di intimidazione ad amministratori locali avvenuti nel corso del 2012 nel nostro paese, e una “veglia di preghiera per la legalità e la giustizia” presieduta da mons. Alessandro Plotti, vescovo di Trapani. Il 9 maggio, invece, alle ore 10.30 sarà inaugurata la Casa-museo Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, ristrutturata dopo il riconoscimento ufficiale di “Bene sotto tutela culturale” grazie al progetto sostenuto da Fondazione con il Sud. Nell’occasione saranno installate altre “pietre d’inciampo” dedicate a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Boris Giuliano, Carlo Alberto dalla Chiesa, alla presenza dei familiari. Subito dopo si terrà il corteo dei ragazzi delle scuole di Cinisi che si uniranno poi agli amministratori e alle associazioni per percorrere i “cento passi” che separano Casa Memoria dalla ex casa del boss Gaetano Badalamenti, mandante dell’omicidio. Successivamente, ci si ritroverà a Contrada Feudo presso il casolare dove venne assassinato Impastato, ora completamente abbandonato. Il corteo “storico” che da tanti anni parte da Radio Aut, a Terrasini, per arrivare a Casa Memoria avrà luogo il pomeriggio. Si chiude con una serata in cui verranno premiati Moffo Schimmenti, cantastorie madonita dal forte impegno civile, e i Têtes de Bois, nella persona di Andrea Satta.
​L’iniziativa è organizzata in collaborazione con diverse organizzazioni sociali e sindacali: Acli, Agesci, Arci, Cgil, Cnca, Emergency, Legambiente, Libera, Uisp.
“La nostra manifestazione”, ha spiegato Giovanni Impastato, presidente di Casa Memoria Impastato, “è importante perché aiuta a mantenere vivo il ricordo di Peppino e, con lui, di un pezzo di storia del paese, segnata profondamente dalla presenza delle mafie. Anche per questo ci stiamo battendo perché non vada definitivamente in rovina il casolare dove venne ucciso mio fratello: la memoria aiuta a formare gli anticorpi per i problemi che dobbiamo affrontare oggi. Stiamo raccogliendo le firme per una petizione popolare che chiede alla Regione Siciliana di espropriare la struttura, premessa necessaria per poterne assicurare una cura adeguata. Gli amministratori che verranno a Cinisi ci sosterranno in questa iniziativa”.
“È il secondo anno che realizziamo questa manifestazione in ricordo di Peppino coinvolgendo i tanti amministratori che, nel nostro paese, non hanno paura di sfidare le mafie”, ha affermato Gabriele Santoni, vicepresidente di Avviso Pubblico. “In un momento così difficile per le istituzioni, questa iniziativa ci presenta la buona politica che rischia in prima persona, che si impegna per garantire quanto sancito dalla Costituzione. In Italia registriamo un’intimidazione mafiosa contro un amministratore ogni 36 ore. Una realtà che anche quest’anno vogliamo documentare pubblicando il dossier Amministratori sotto tiro. Siamo convinti che accendere un faro su persone che, in genere, non finiscono sui giornali nazionali sia un modo per tutelare questa buona politica”.
“Le associazioni, il terzo settore in genere, possono e debbono fare della lotta alle mafie un aspetto fondamentale della loro azione”, ha dichiarato don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca). “È questo l’invito che viene da Cinisi. Le organizzazioni che aderiscono al CNCA, impegnate nel campo del disagio e dell’emarginazione, incontrano la criminalità organizzata in tante occasioni, e non solo al Sud, ad esempio occupandosi di droghe, prostituzione o gioco d’azzardo. Non possiamo lasciare l’impegno antimafia solo ad alcune associazioni ‘specializzate’. Siamo tutti coinvolti, compresi i partiti che non possono limitarsi agli spot. Per questo siamo davvero felici che Casa Memoria Impastato abbia deciso di aderire alla nostra Federazione: il CNCA sarà ancora più attivo in futuro per la legalità e contro le mafie”.
“La lotta dell’antimafia è la lotta di ogni giorno e questa manifestazione è un’occasione importante per ricordare che la libertà non si conquista mai per sempre”, ha affermato infine Claudio La Camera, direttore dell’Osservatorio sulla ndrangheta. “Casa Memoria ha assunto un nuovo valore grazie al riconoscimento ottenuto come bene culturale, testimonianza della storia collettiva e simbolo della lotta contro la mafia. Il partenariato con l’Osservatorio sulla ndrangheta ha dato la possibilità di far nascere un centro di studio e documentazione sulle mafie che vuole essere uno sguardo critico verso un piano criminale che lega sempre di più le mafie ai centri di potere economici, politici e culturali”.