Un patto, anche se non scritto, è quello che lega il Consorzio Asi di Palermo guidato da Alessandro Albanese e Libero Futuro, la prima associazione antiracket di Palermo di cui è presidente Enrico Colajanni. Un patto che ha già avuto i primi risultati con la denuncia del pizzo da parte di alcuni imprenditori: il 22 aprile a Palermo è stato arrestato, con l’accusa di estorsione aggravata, Girolamo Cangialosi, di 50 anni, imprenditore di Carini. A denunciarlo una sua vittima, stanca delle continue estorsioni subite e delle minacce, pare anche di morte. “Contiamo di sgretolare, mattone dopo mattone, il muro di omertà che circonda Cosa nostra”, ha detto il Questore di Palermo, Giuseppe Caruso.
La vittima del pizzo non ha maturato la coraggiosa decisione di collaborare in solitudine, ma grazie all’assistenza dell’Associazione Antiracket Libero Futuro che sin dall’inizio, con la fattiva collaborazione del Consorzio Asi, ha accompagnato l’imprenditore nella difficile scelta di affrancamento dal fenomeno del pizzo. Il numero degli imprenditori che denunciano e collaborano e’ in aumento e per tale ragione Libero futuro esprime soddisfazione per i segnali di cambiamento che vengono dagli imprenditori che sempre piu’ numerosi si affrancano dal ricatto mafioso. L’incessante azione delle forze dell’ordine e il perseverante lavoro nel territorio condotto da Addiopizzo e Libero Futuro, con il fattivo sostegno della Fai, ha creato una rete di soggetti in grado di offrire le competenze, le tutele e lo schermo necessari affinche’ un operatore economico possa denunciare.