Nino Amadore
L'altra mattina un'abile, si fa per dire, pattuglia di vigili urbani mi ha fatto una multa: avevo parcheggiato la mia auto sulle strisce pedonali in Corso Finocchiaro Aprile, che i palermitani tutti chiamano da sempre Corso Olivuzza. Fin qui un fatto privo di notizia: ho parcheggiato male e hanno fatto bene a farmi la multa. Il punto è un altro: di fronte alla mia automobile, a quell'ora (circa le otto del mattino), il fruttivendolo che staziona stabilmente all'incrocio con via Contessa Adelasia stava scaricando la frutta da disporre nella sua bellissima bancarella che occupa 25 metri quadrati proprio sulle strisce pedonali: non mi risulta che a lui sia stata fatta la multa anche perché lui, con la sua tonnellata di frutta e verdura, andrebbe espropriato, sfrattato, spostato altrove, messo in condizione di stare nella legalità pagando il suolo pubblico, le tasse e quant'altro come ogni cittadino onesto che si rispetti.
E invece no: lui è rimasto lì e io dovrò pagare la multa. Ho già avuto modo di dire in altre occasioni a ben più titolati tutori della forza pubblica (come avrebbe scritto il buon Faber De Andrè) che ogni abusivo che continua a rimanere al suo posto è uno schiaffo a qualsiasi forma di lotta alla mafia e all'illegalità e che l'intero Corso Finocchiaro Aprile da questo punto di vista è l'esempio di come possa trionfare l'illegalità. <!–more–>Ora, io non dico (né vi assicuro penso) che i vigili urbani che hanno fatto a me la multa abbiano interesse a non vedere il fruttivendolo. Tuttavia credo che di fronte all'illegalità qualsiasi forza pubblica abbia il dovere e non la discrezionalità di intervenire: non dico fuori servizio ma almeno quando ci si trova in servizio permanente effettivo con tanto di divisa, paletta, gradi e stipendio a fine mese. E invece i vigili urbani che hanno fatto a me la multa e non hanno badato all'abbondante bancarella sulle strisce pedonali secondo me, si sono macchiati di comportamento omissivo. Di cafonaggine e prepotenza invece si sono macchiati tutti coloro che io in un impeto di fiducia nella giustizia e in questo sbrindellato comune ho chiamato al comando del vigili urbani fino alla signora che mi ha risposto, impiegata dell'Ufficio pubbliche relazioni, la quale con voce tra lo scocciato e l'ironico mi ha detto: faremo la segnalazione ai colleghi appalesando la sicumera di chi non farà mai la segnalazione e sa che quella è una risposta di rito per ogni cittadino rompicoglioni. Il comandante Di Peri, che sappiamo di grande sensibilità per la legalità e per la giustizia non si curi più: con tutte le multe che i suoi stanno facendo e gli incassi assicurati al Comune (visto che i multati sono spesso cittadini che hanno busta paga e interesse a non farsi bloccare la macchina che serve per andare a lavorare) potrà restituire il sorriso al sindaco di questa città, ridotta a un colabrodo. Ma io non accetto affatto questa prepotenza accuso qui l'intero corpo dei vigili urbani di Palermo di comportamento omissivo, di distrazione di fronte all'illegalità, di favoreggiamento. Non so se c'è falso ideologico, interesse in atti d'ufficio, solo lor o metodo. So soltanto che i cittadini onesti sono stanchi di questo metodo da sbirraglia borbonica: si facciano le multe agli automobilisti che parcheggiano male come me ma si proceda contro chi viola la legge tutti i giorni. Comincino lore signori che hanno presidio al mercato ortofrutticolo di palermo a controllare bene chi entra e chi esce, chi ha le fatture e chi no, chi paga in contanti e chi invece con assegni post datati. Si faccia chiarezza su chi sta dalla parte degli onesti e chi invece vuole tutelare i disonesti. Ecco perché questo blog che avevo fatto per cazzeggiare diventerà la piazza in cui raccontare come costoro hanno ridotto la più bella città del Mediterraneo: in una cloaca in cui regna la legge del più forte e la prepotenza di stato.
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