MiArch: l’idea di Ludovica Tomarchio diventa impresa. In Cile

Ludovica Tomarchio ha vinto un concorso nazionale per start-up in Cile. Si tratta di un social network che fa trovare un architetto in un clic e dove qualunque progettista nel mondo può lanciare la propria proposta: si chiama “MiArch” e lo ha inventato un architetto catanese di appena 24 anni, che lo realizzerà in Cile grazie ad un finanziamento di 40 mila dollari a fondo perduto. E’ l’avventura di .


«Basta registrarsi – spiega Ludovica all’Italpress – e mettere online la propria richiesta di architettura, come la costruzione di un muro o di un giardino, o di una casa. Inizia così una competizione online tra gli architetti, che si autogenera e permette anche ai progettisti più giovani ed innovativi di mettere in luce la propria idea». Una sorta di bando online, supportato da immagini, cartine e video, per trovare il progettista perfetto anche in capo al mondo.
START-UP – Ludovica, che ha approfondito a Stoccolma i suoi studi milanesi in urbanistica digitale, adesso sta studiando per la laurea specialistica a Berlino: “da un lato – aggiunge – c’è la questione urbana che rende aperte ai nuovi media ed opensource tutte le fasi dei progetti; dall’altro, si applica agli edifici ed agli ambienti: penso alla domotica, ma anche ai dati sull’uso dei cellulari. In questo caso, ad esempio, è possibile mappare una città attraverso i segnali satellitari degli smartphone ed organizzare i servizi pubblici di conseguenza: in alcune città americane sono stati messi dei sensori ai sacchi della spazzatura e tracciato i percorsi per ripianificare il servizio di raccolta”.


CILE – In Cile Ludovica è arrivata lo scorso anno insieme all’archistar Alehandro Aravena, un guru dell’architettura mondiale premiato anche ad Harvard. La sua start-up, influenzata anche dai temi del social housing e dell’urbanistica cibernetica (adesso è in contatto anche con Boeri), è finanziata dal governo cileno e realizzato da Corfo tramite InnovaChile. Il concorso per futuri imprenditori vuole rendere il paese l’hub sudamericano per le giovani imprese, dove attrarre investitori esteri e favorire le idee dei più giovani. Al progetto collaborano alcune delle migliori università al mondo: Harvard, MIT, Wharton, London School of Economics e Stanford. Tornare in Sicilia? «Intanto voglio laurearmi, e continuare a fare ricerca. Mi piace Berlino, dove vivo adesso, perché ha una bellissima atmosfera. Certo, mi manca la Sicilia e mi piace tornarci in vacanza, prendere il meglio che può offrire. Ma il mio è un ambito che non farei in Sicilia e non come lo voglio fare io…». (Francesca Marchese per ITALPRESS)