Marcegaglia: “Confindustria Sicilia modello di lotta alla mafia e alla corruzione”

Sicilia protagonista al convegno dei Giovani di Confindustria conclusosi oggi a Capri. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, rilevando con soddisfazione i risultati dell’impegno degli industriali contro racket e corruzione e per la legalità e la trasparenza del mercato, ha ricordato Confindustria Sicilia quale precursore di questo movimento e ha ringraziato il suo presidente, Ivan Lo Bello, di cui ha detto di condividere e sostenere l’intera linea.

Marcegaglia, che ha anche citato Carlo Cicala, presidente di Confindustria Caserta, città presso la quale Confindustria e sindacati hanno recentemente tenuto una manifestazione contro la camorra, ha ringraziato tutti gli imprenditori del Sud impegnanti nella battaglia per l’affermazione della legalità e ha annunciato che presto sarà in Calabria e in Sicilia per analoghe manifestazioni.

Sul fronte dell’energia, l’Isola è protagonista fra luci e ombre. Il presidente dei Giovani industriali della Campania, Mauro Maccauro, soffermandosi sul gap fra Nord e Sud, analizzato dal Comitato interregionale Giovani del Mezzogiorno sul rapporto presentato dai Giovani della Sicilia, ha denunciato che nell’Isola vi è il più alto numero di interruzioni di energia superiori ai tre minuti, che è cinque volte maggiore di quello di Lombardia ed Emilia Romagna. La Sicilia, ha aggiunto Maccauro, detiene anche il triste record del più elevato costo dell’elettricità per le imprese: 156 euro per megawattora contro 82 euro del Nord, con un aumento in un anno del 112%.

La soluzione, per il vicepresidente nazionale dei Giovani di Confindustria, Gianluca Gemelli, sta nella proposta appena avanzata al governo centrale: “Per attrarre seri investimenti italiani e stranieri nel settore dell’energia, vanno aboliti gli attuali incentivi di tipo assistenziale, quali i Cip 6 e i ‘certificati verdi’, e bisogna introdurre la defiscalizzazione dei progetti più innovativi”.

E il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Sicilia, Giorgio Cappello, ha lanciato un appello alle banche affinché l’attuale crisi finanziaria internazionale, già anticipata dal “credit crunch”, non faccia venire meno il sostegno del credito alle imprese siciliane in questa difficilissima fase congiunturale: “E’ il momento – ha detto Cappello – che l’economia siciliana attendeva da decenni: il famoso ‘giro di boa’ per competere con il resto del mondo. Stiamo cercando di bloccare la fuga dei cervelli, abbiamo pianificato ingenti investimenti infrastrutturali: le banche devono fare la loro parte con un atteggiamento da partner e non da ‘esattori di garanzie infinite’ “.

La stessa Marcegaglia ha chiesto una posizione chiara del governo nazionale, nonché fondi certi e adeguati, per la realizzazione delle infrastrutture, fra cui quelle energetiche indispensabili per la produttività e l’innovazione delle imprese.

Intanto a Capri è rimbalzata la notizia del Gruppo Moncada Energy di Agrigento che, in attesa delle autorizzazioni in Sicilia per nuovi impianti di energia da fonti rinnovabili, sta effettuando ingenti investimenti in Albania e Tunisia. Persino il governo del Mozambico, il cui ministro dell’Energia, Salvador Namburete, è oggi e domani in visita presso la Moncada Energy, sta valutando la possibilità di coinvolgere l‘azienda siciliana nel programma nazionale di sviluppo delle fonti rinnovabili in quel Paese.

Di contro, nel corso della tavola rotonda sul tema “Dal produttore al consumatore”, l’A.d di Enel, Fulvio Conti, l’A.d. di Eni, Paolo Scaroni, e il consigliere delegato di Italcementi, Carlo Pesenti, nel citare gli investimenti programmati in Sicilia, fra cui il rigassificatore a Porto Empedocle, hanno lamentato i ritardi nel rilascio delle autorizzazioni.

A margine ha replicato l’assessore regionale al Bilancio, Michele Cimino: “La Sicilia è disponibile a potenziare le fonti di energia alternativa, anche il nucleare, ma le grandi compagnie devono capire che non siamo più disponibili ad accettare la colonizzazione della Sicilia, la devastazione del territorio in cambio di un ‘regalo’ di 50 assunzioni. Finora – ha osservato Cimino – è mancata la simmetricità fra lo sviluppo delle aziende e dei loro profitti e lo sviluppo dei territori locali”.

Cimino, in particolare, si è soffermato sull’esempio di Porto Empedocle, la sua città, come simbolo degli altri territori in situazione analoga: “Vi sono le Cementerie siciliane del gruppo Italcementi, vi è la vecchia centrale Enel, si vuole costruire il rigassificatore. Ma queste aziende hanno mai investito nelle nostre università, hanno creato centri di ricerca, hanno favorito la formazione dei giovani, hanno costruito infrastrutture per il territorio? Li incontrerò al più presto per conoscere come vogliono programmare lo sviluppo dei territori attorno ai progetti che ci hanno presentato rispetto alle esigenze di crescita dell’Isola, e come pensano di sostenere dei seri accordi per le infrastrutture”.

Ma non basta. L’assessore Cimino ha avvertito: “Non abbiamo mai rinunciato ad una legge che introduca un ‘tributo ambientale’ per chi inquina, da usare per il risanamento del territorio. Stiamo studiando un testo che riesca a superare le osservazioni mosse a suo tempo dall’Unione europea alla cosiddetta ‘tassa sul tubo’ relativa ai metanodotti transnazionali che attraversano la Sicilia”.

Da parte sua, il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, ha ammonito: “Bisogna stare attenti, quando si parla di energia in Sicilia, a non demonizzare un sistema che invece ha bisogno di un supporto attivo da parte delle istituzioni. E’ il primo settore in Sicilia per investimenti, negli ultimi sette anni ha rappresentato il 70% degli investimenti fissi, senza i quali la situazione attuale della Sicilia sarebbe stata molto più grave. E’ un settore che si è impegnato in importanti processi di riqualificazione ambientale e di riduzione delle emissioni in atmosfera, e ha determinato una importanza strategica della Sicilia nel sistema energetico nazionale. Dunque, c’è bisogno di un rapporto chiaro e trasparente fra imprese e istituzioni e di un clima istituzionale che favorisca e non ostacoli gli investimenti nel settore dell’energia”.

Numerosa la delegazione dei Giovani di Confindustria Sicilia presente a Capri, guidata da Giorgio Cappello, dal vicepresidente vicario Ignazio Manduca, da Mario Paoluzi, Sergio Messina, Giuseppe Butera, Leonardo Licitra e Antonello Mineo.

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