Un vigneto sperimentale nel feudo confiscato alla mafia. Sarà gestito da tre cooperative di produzione che impianteranno oltre 20 mila viti a Verbumcaudo, nelle Madonie, tra Polizzi Genorosa (Palermo) e Vallelunga Pratameno (Caltanissetta). Per la consegna è stato scelto un giorno simbolico, nel quale si ricorda l’uccisione 66 anni fa a Corleone del sindacalista Placido Rizzotto. A lui è intestato il lotto di 6 ettari sui 150 di cui si compone il feudo, affidato ai giovani delle cooperative. Alla consegna sono intervenuti Sonia Alfano, presidente della commissione contro il crimine organizzato del parlamento europeo, il senatore Beppe Lumia componente dell’Antimafia nazionale, una larga rappresentanza dei 18 sindaci del comprensorio.
Per l’iniziativa, promossa dalla Regione siciliana e dal forte valore simbolico, è stato scelto uno slogan evocativo: “Germogli di speranza”. Si richiama alle vocazioni agricole delle Madonie e propone un modello di sviluppo rivolto soprattutto ai giovani. L’assegnazione del lotto fa parte di un progetto più ampio che l’assessore regionale all’agricoltura, Dario Cartabellotta, ha poi presentato in un incontro in una sala cinematografica di Polizzi Generosa: “Questo progetto – ha detto- valorizzerà il patrimonio agricolo siciliano e avrà anche una finalità didattica e di ricerca”. “Lo Stato sta rispettando i propri impegni”, ha sottolineato Lucio Guarino, direttore del consorzio sviluppo e legalità dello Jato, che ha ringraziato l’ex direttore dell’Agenzia per i beni confiscati alla mafia, il prefetto Giuseppe Caruso, che si è a lungo battuto per raggiungere questo obiettivo.
L’assegnazione del vigneto alle cooperative “Pio La Torre”, “Placido Rizzotto” e “Lavoro e non solo” è l’epilogo di una lunga battaglia cominciata sin dal 1987 quando il feudo, su impulso del giudice Giovanni Falcone, venne prima sequestrato e poi confiscato al boss Michele Greco, il “papa” della mafia. Uno dei protagonisti più esposti della mobilitazione di movimenti e associazioni antimafia è stato Vincenzo Liarda, sindacalista della Cgil, che alla cerimonia di consegna era a fianco dei giovani delle tre coop. Per il suo prolungato impegno sulla gestione del feudo Liarda ha subito numerose minacce, intimidazioni e attentati. “Oggi – ha detto – non posso trattenere tutta la mia emozione ma anche la soddisfazione di restituire alla produzione e alla legalità un bene che creerà posti di lavoro”.
Una quota del feudo era stato già assegnato alle tre cooperative per la produzione di cereali. Nell’ultimo anno sono state prodotte 175 tonnellate di grano in 70 ettari. In altri 70 ettari sono state prodotte 70 tonnellate di ceci. L’obiettivo, è stato spiegato, è quello di creare nell’ex feudo della mafia un modello di produzione e lavoro recuperando le varietà autoctone del territorio in collegamento con la ricerca e la sperimentazione. Per Sonia Alfano questo modello si appresta a diventare un riferimento anche per l’Europa. “E questo – ha aggiunto – accade grazie alla legislazione italiana sulla confisca e sulla gestione dei beni confiscati alla quale l’Europa dovrà adeguarsi”.
A Polizzi, dopo la consegna simbolica del vigneto, è stato poi firmato un protocollo tra i sindaci del comprensorio per la gestione di tutto il feudo confiscato. “Questo – ha detto il prefetto Francesca Cannizzo rivolgendosi ai giovani delle scuole – è solo l’inizio di un cammino. Non ci sono alternative. Con la mafia non si potranno mai fare affari buoni”.