La Italcementi di Bergamo è indagata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Caltanissetta nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolta la controllata Calcestruzzi. L’iscrizione nel registro degli indagati è datata, ma è emersa solo oggi in seguito al sequestro di due lotti dell’autostrada A31 Valdastico nel vicentino e alla perquisizione di alcune sedi di Italcementi in Italia.
La Italcementi – come detto dal procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, durante una conferenza stampa – è iscritta sul registro degli indagati in base alla legge 146/2006, che prevede la responsabilità amministrativa penale dell’ente. Frode in pubbliche forniture, riciclaggio, favoreggiamento a Cosa nostra e illecita concorrenza sono alcuni dei reati che adesso, con l’ausilio di carabinieri e Guardia di finanza, la Procura di Caltanissetta sta valutando. Per il procuratore nisseno Sergio Lari questa resta «un’indagine fra le più articolate e complesse che travalica la dimensione mafiosa siciliana». I magistrati vogliono accertare, in particolare, se i presunti fondi neri che sarebbero stati realizzati riducendo la quantità di cemento nella preparazione del calcestruzzo, siano stati finalizzati a creare fondi per pagare il pizzo a Cosa nostra o siano stati destinati all’arricchimento delle società.
Il sequestro dei lotti 9 e 14 dell’autostrada A31 Valdastico in provincia di Vicenza, è avvenuto dopo che i periti della Procura, analizzando la documentazione, hanno riscontrato significativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento e quelli effettivamente impiegati. L’atto di sequestro vuole effettuare dei carotaggi per verificare, realmente, la quantità di cemento contenuta nel calcestruzzo utilizzato per la realizzazione di quei tratti autostradali. Secondo fonti investigative, a cui ha accennato il procuratore Lari, i previsti carotaggi da effettuare per legge nei cantieri sarebbero stati realizzati prima: «Le carote di cemento venivano fatte prima», ha spiegato Lari.[ad#co-11]