Le imprese confiscate alla mafia in via definitiva, secondo numeri dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, sono 1.708 (+70% dal 2008) mentre quelle sequestrate potrebbero essere dieci volte tanto. Lo ricorda la Cgil nel corso della presentazione alla Camera la proposta di legge di iniziativa popolare per l’adozione di «misure per favorire l’emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla
criminalità organizzata», promossa dalla campagna ‘Io riattivo
il lavorò e consegnata oggi alla Camera dei deputati forte
delle oltre 100 mila firme raccolte. Quanto invece ai lavoratori coinvolti, ad oggi l’Agenzia, per sua stessa ammissione, si é dichiarata impossibilitata a quantificarne il numero. Facendo una stima al ribasso i lavoratori dovrebbero essere più di 80.000. Dando per buone le stime dell’Agenzia relative al fallimento del 90% di queste aziende, il quadro che emerge é devastante: circa 72.000 lavoratori.
«Abbiamo bisogno di una legislazione che sostenga l’attività di emersione alla legalità di aziende sequestrate e confiscate alla mafia», ha spiegato oggi in conferenza stampa alla Camera il segretario confederale Cgil, Serena Sorrentino, sostenendo che «bisogna dare certezze ai lavoratori e rimettere queste aziende, queste realtà produttive, in un circuito di legalità». La proposta di legge di ‘Io riattivo il lavorò, secondo Sorrentino, offre quegli strumenti necessari «per dare ai lavoratori una prospettiva alternativa alla rassegnazione e dire loro che lo stato gli é vicino ed é promotore di legalità».