Le numerose condanne per complessivi settanta anni di carcere evidentemente non sono bastate. Antonino Porcelli, 73 anni, ritenuto capo del mandamento mafioso di Partanna Mondello e per alcuni anni componente della commissione di Cosa nostra, da alcuni giorni è libero. Sono scaduti, infatti, i termini di custodia cautelare nell’unico procedimento in cui era detenuto con una misura cautelare, il processo «Tempesta». Le altre pene definitive, che ammontano a settanta anni, sono state scontate simultaneamente. Accusato di essere uno spietato killer vicino ai corleonesi, con a carico numerose condanne, anche all’ergastolo, beneficia soprattutto del fatto che nessuna di questa è definitiva. La Corte d’Assise d’Appello, scrive oggi il Giornale di Sicilia, ha rilevato d’ufficio che le pene per fatti analoghi non si sono sommate fra di loro, ma si sono sovrapposte in sede di esecuzione. A questo va aggiunto che per alcuni omicidi e per il sequestro Fiorentino, nonostante una condanna a 28 anni, non c’è alcuna misura cautelare. E poichè sono scaduti i termini di custodia cautelare previsti dal processo «Tempesta», la scarcerazione è stata automatica. In questo procedimento Porcelli è accusato di avere strangolato fratelli Pedone, spariti nel 1982, ma la sua condanna all’ergastolo fu annullata con rinvio. I giudici hanno comunque disposto obblighi molto severi, limitando i suoi spostamenti e prescrivendo la firma in commissariato, mentre le forze dell’ordine lo controllano continuamente.