Il radiologo ed ex deputato regionale di Forza Italia GiovannI Mercadante sarebbe stato socio di Bernardo Provenzano nell’Istituto meridionale Angio-Tac di Palermo, società in cui l’ex primario di radiologia all’ospedale Maurizio Ascoli era anche socio di Massimo Gaetano Barresi, Guglielmo Pasqualino. Ad accusarlo anche Angelo Siino, l’ex ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra oggi pentito che ha dichiarato: “Là ci sono i piccioli dello Zio”.
I magistrati hanno ora hanno chiesto l’ammissione di nuove prove. Si tratta dell’audizione del consulente tecnico Giovanni Giammarva, il perito che ha analizzato i movimenti bancari dell’Angio-Tac, il cui fascicolo è stato depositato dai magistrati il 20 febbraio scorso. “Riteniamo – ha detto il pm Nino Di Matteo – che da questa consulenza si traggono diversi spunti al fine della dimostrazione del sunto probatorio che mi voglio permettere di sottolineare è relativo ad una particolare posizione di contiguità del Mercadante in cui gli è infatti contestata l’associazione mafiosa con i vertici dell’organizzazione mafiosa in particolare Bernardo Provenzano”. Dalla consulenza sarebbe infatti emerso un anomalo trasferimento azionario: dopo il suo arresto, Mercadante avrebbe ceduto le quote della clinica alla figlia che a sua volta le avrebbe trasferite ad altri soci della stessa Angiotac. La Procura che nel frattempo ha avviato un’inchiesta per “intestazione fittizia di beni” (affidata a Di Matteo e Dario Scaletta) intende verificare se risultino investimenti anomali o ingiustificati capitali tali da confermare le dichiarazioni di Angelo Siino e quindi coinvolgimento di Provenzano nell’Imat.
Il Pubblico ministero ha inoltre presentato alla Corte richieste probatorie integrative depositate nei giorni scorsi presso la sua segreteria che riguardano un verbale d’interrogatorio reso ai pm dal neo collaboratore di giustizia Francesco Giuseppe Briguglio. Dichiarazioni che l’ex appartenente alla cosca di San Lorenzo – Tommaso Natale, ha rilasciato sulla partecipazione a una o più riunioni di Antonino Cinà, Lorenzo Di Maggio (coimputati di Mercadante) con i boss Sandro e Salvatore Lo Piccolo. “Briguglio – ha spiegato il pm Gaetano Paci – a partire dal 1999 aveva assicurato il sostegno logistico e operativo alla latitanza dei Lo Piccolo che era trascorsa nella sua abitazione o in immobili di sua disponibilità. Alcune delle vicende che riguardano gli odierni imputati infatti si sarebbero svolte proprio lì, durante quelle riunioni avvenute tra il ’99 e il 2000 e nel periodo dell’operazione “Gotha”, nel maggio del 2006. Una in particolare era stata pianificata per discutere di questioni organizzative interne al mandamento in cui, oltre alla partecipazione di Cinà, Di Maggio, Lo Piccolo e Briguglio, contava la presenza di Gaspare Pulizzi. In quell’occasione il neo pentito fa riferimento alla consegna di una somma di denaro di 50 mila euro, provento di estorsioni e altri illeciti. Una vicenda di cui Briguglio è stato chiamato a rispondere in aula dai magistrati che ne hanno chiesto l’audizione, mentre i difensori di Mercadante si sono riservati di esprimere il loro parere sull’ammissibilità della richiesta della Procura.[ad#co-11]