“Dal 2000 ad oggi sono stati oltre 700 (settecento) gli atti di intimidazione, anche molto gravi, che si sono registrati nella regione a danno degli amministratori locali di tutti i livelli istituzionali». Così scrive il presidente di LegAutonomie Calabria, Mario Maiolo, al ministro dell’Interno, Roberto Maroni.
«Già in questi primi mesi del 2010- continua – si sono verificati decine di casi; Moltissimi amministratori locali per poter adempiere al loro mandato democratico sono costretti a mettere a rischio la loro incolumità personale per rappresentare degnamente le loro comunità dovendo fare i conti con auto incendiate, familiari intimiditi, spari contro le loro case, devastazione delle loro proprietà in un disastro che non sta negli eventi ma in ciò che oramai si ripete ogni giorno e, ripetendosi, non fa più notizia». Inoltre cominciano a farsi spazio casi di abbandono di Sindaci dopo reiterati atti di intimidazione; questa drammatica fenomenologia è la sola cosa che non subisce flessioni e che a confronto della sua continuità, della sua sempre più abbondante semina di intimidazione, la capacità di risposta appare stagnante, non all’altezza della sfida«: maiolo evidenzia anche che »il sistema autonomistico calabrese è sottoposto a pressioni fortissime verso le quali la retorica della solidarietà appare esigua poichè questi atti vanno ad incidere sui principi fondamentali del vivere civile; che il rischio di una massiccia reiterazione di tali eventi è quello di rompere tutti i legami di appartenenza ad una comunità; che la domanda sociale inevasa di sicurezza rischia di tradursi in un rimprovero a chi ha responsabilità di governo, a partire dal livello locale; di intensificare l’alienazione della società civile dalle forme della partecipazione democratica alla vita pubblica; di minacciare la debole comunicazione sociale tra cittadini ed istituzioni; di ridurre ulteriormente le motivazioni di impegno diretto verso la cosa pubblica. Pertanto risulta inaccettabile la diffusa incoscienza delle oggettive gravi condizioni in cui sono costretti da troppo tempo ad operare gli amministratori locali della Calabria«. Per questi motivi LegAutonomie Calabria, scrive Maiolo, “chiede che su una questione così nodale ci sia, da parte delle istituzione democratiche, del Governo, prova convincente di volontà di presa in carico e di capacità di soluzione” e che i sindaci calabresi »siano messi nelle condizioni di operare in tranquillità a favore delle comunità amministrate”.