Gli ingegneri palermitani adottano il protocollo di legalità e antimafia

C’è dietro un tentativo di riscatto, la presa di coscienza di un problema, la considerazione che qualcosa deve essere fatto. Subito. La delibera del Consiglio dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Palermo con cui è stato adottato il protocollo di legalità in uno con il regolamento di attuazione del codice deontologico è un passo avanti notevole sulla strada della ricerca delle regole e soprattutto sulla via di una professione libera da condizionamenti mafiosi.

I due documenti approvati  avranno la funzione di linee guida fino all’approvazione della stesura definitiva che verrà redatta a conclusione del percorso di apertura e confronto intrapreso dall'Ordine in collaborazione con il Dipartimento di studi europei dell’integrazione internazionale di cui è direttore Giovanni Fiandaca, ordinario di diritto penale. Oggi pomeriggio i due documenti saranno ufficialmente presentati nella sede dell’ordine a palermo. L’adozione dei documenti arriva dopo gli atti intimidatori ai danni di Giuseppe Riccio, consigliere dell’Ordine impegnato con Giovanni Margiotta nella stesura e nella discussione dei due documenti che hanno un grande valore antimafia, quantomeno a oggi sul piano simbolico e della comunicazione. Il Consiglio si è spinto poi oltre e ha dato mandato all’avvocato Fausto Amato  per la costituzione di parte civile nel procedimento nei confronti dell’ingegnere Pietro Ingrassia,  arrestato nei mesi scorsi  perché coinvolto in una vicenda di corruzione nel settore dell’energia fotovoltaica insieme al deputato regionale del Pd Gaspare Vitrano.