Una situazione già evidenziata in un altro post di questo blog in cui è stato riportato un articolo del Sole 24Ore del Lunedì: le procure antimafia del nostro Paese non hanno risorse a sufficienza per poter operare con tranquillità. E oggi il caso è scoppiato a Catania: con una lettera inviata al procuratore capo Mario Busacca, 11 magistrati in servizio presso la Direzione distrettuale antimafia di Catania, in pratica tutti, si sono dimessi dalla Dda. Una decisione legata alla carenza di fondi che impedisce ai magistrati di poter svolgere regolarmente tutti i propri compiti. Secondo i pm, la carenza dei
fondi impedisce di poter utilizzare le auto di servizio perchè le officine meccaniche vantano crediti per oltre 30 mila euro. I magistrati, per raggiungere le sedi distaccate della Procura etnea, devono utilizzare il proprio denaro per la benzina.
«Alla luce di questa situazione -scrivono in una nota i magistrati della Dda- non abbiamo sottoscritto lo schema di accordo per la protezione ancora una volta trasmesso dal ministro dell’Interno. I componenti della Dda ritengono di non dover ulteriolmente subire la mortificazione di non poter adempiere di fatto ai propri compiti istituzionali come legge prescrive e coscienza impone, rassegnando pertanto il nostro mandato».