La memoria risiede in un paio di centinaia di faldoni. Sono i fascicoli del maxiprocesso, e trovarseli davanti alla fine di una scala è sempre un’emozione. Sono le testimonianze di Masino Buscetta e Totuccio Contorno, sono il successo dello Stato sull’antistato, l’affermazione nero su bianco dell’esistenza di Cosa nostra quando dirlo non era affatto scontato. Ora, quei fascicoli stanno per arrivare su internet: effetto di un progetto che il Cidma, il Centro internazionale di documentazione della mafia e del movimento antimafia di Corleone che ospita quei falconi, ha proposto al ministero dell’Istruzione ottenendo un finanziamento di ventimila euro.
La digitalizzazione, appena iniziata, si concluderà fra febbraio e aprile dell’anno prossimo.
[banner network=”altervista” size=”468X60″ align=”aligncenter”]“I documenti – spiega Marcello Barbaro, presidente del Cidma – saranno disponibili sul nostro sito, www.cidma.it. Abbiamo voluto portare avanti questo progetto perché ci sembrava doveroso offrire a tutti questo pezzo importantissimo della storia d’Italia”. Non solo gli atti del processo, ma anche tutto il lavoro preparatorio: documenti scritti per larga parte da Giovanni Falcone ed entrati di buon diritto nella storia della Repubblica.
All’iniziativa, annunciata durante la prima giornata del Festival della Legalità in tour a Corleone, è stato assicurato un contributo da ventimila euro. Una goccia nel mare: “Il nostro centro – prosegue Barbaro – non riceve fondi pubblici. È un peccato: la documentazione, la ricerca, l’offerta di materiale divulgativo per studiare Cosa nostra è un elemento importantissimo nella lotta alla mafia e attira l’attenzione di tutto il mondo. Vengono giornali da tutto il mondo per parlare di noi”. Ma si sa: nessuno è profeta in patria. Anche se si possiede la traccia tangibile della più grande vittoria in questa guerra a bassa intensità che è la lotta a Cosa nostra.
di Claudio Reale per Livesicilia