di Massimo Gramellini
da La Stampa
Ieri sera ero a cena con Eduardo e Pirandello, e si chiacchierava dell’ultima ricerca di Richard Lynn, docente emerito e razzista ad honorem dell’università dell’Ulster, secondo cui il Sud Italia è arretrato perché i meridionali sono meno intelligenti dei settentrionali. “Per quale motivo saremmo più stupidi di lui?” ha domandato Pirandello, senza smettere di guardare Calderoli che mangiava al tavolo accanto. “Secondo l’Emerito, dipende dalla mescolanza genetica con le popolazioni del Medio Oriente”. “Mo’ pure i mediorientali sarebbero stupidi?” ha chiesto Eduardo. “Sì. La tesi di Lynn è che più si scende, più si è fessi. Il friulano è più intelligente del romano, il romano del napoletano e il napoletano del siciliano, il più fesso di tutti”. Eduardo ha guardato Pirandello e gli ha fatto una smorfia. “E cos’altro ha detto, “Sto intelligentone’?”. “Che dal Quattrocento il Sud non partorisce figure di spicco nelle arti e nella politica”. “Sulla politica non mi pronuncio” ha risposto Pirandello, “per quanto Nitti, Crispi, Moro…ma le arti! Ha conosciuto un intellettuale più arguto del lucano Beniamino Placido?”. “No”. “E il Nobel per la medicina vinto dal catanzarese Dulbecco?”. “Se è per questo, signor Pirandello, il Nobel lo vinse anche lei…” “Forse sto Lynn ti avrà preso per uno svedese” ha detto Eduardo al suo commensale. “A noi meridionali manca tutto, tranne l’intelligenza. Il guaio nostro è che ne abbiamo così tanta che pensiamo di poter campare solo con quella. Sarebbe meglio darne un po’”. Detto fatto, ha preso un etto della sua intelligenza e l’ha spedita in Ulster.