Infiltrazione della mafia nella struttura produttiva italiana è uno dei “fattori inibenti” la crescita economica del Paese. A dirlo è il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi che stamani all’Università statale di Milano partecipa al convegno promosso dall’associazione Libera ‘Mafie a Milano e nel Nord: aspetti sociali ed economici’.
“L’economia italiana – dice Draghi – soffre da tempo, lo sappiano, di una inibizione a crescere. Le cause sono molteplici, hanno natura diversa, si intrecciano fra loro. Ne discutiamo da anni. La Banca d’Italia ha offerto sul tema numerosi contributi di analisi e di proposta altri stiamo per offrirne. Fra i fattori inibenti vi è anche l’infiltrazione mafiosa nella struttura produttiva, che è aumentata negli ultimi decenni, almeno nella sua diffusione territoriale”.
Bisogna poi contrastare i tentativi di infiltrazione delle mafie nel Nord d’Italia: è una delle cose che servirebbero “a togliere uno dei freni che rallentano il cammino della nostra economia”. “In Lombardia l’infiltrazione delle cosche avanza, come ha recentemente avvertito la Direzione nazionale antimafia”, aggiunge Draghi. “Il prezzo che la società paga – ha aggiunto – quando è contaminata dal crimine organizzato, in termini di peggiore convivenza civile e mancato sviluppo economico, è alto. Contrastare le mafie, la presa che esse conservano al Sud, le infiltrazioni che tentato nel Nord, serve a rinsaldare la fibra sociale del Paese ma anche a togliere uno dei freni che rallentano il cammino della nostra economia”.
E con la crisi economica, “non poche imprese” italiane sono divenute “più facilmente aggredibili dalla criminalità”.
Inoltre, la criminalità organizzata “può mettere a repentaglio la democrazia”, afferma ancora il Governatore che aggiunge: “Può sfibrare il tessuto della società, può mettere a repentaglio la democrazia, frenarla dove debba ancora consolidarsi. Nel nostro Mezzogiorno le organizzazioni di stampo mafioso spiccano per longevità storica, radicamento territoriale, capillarità”.
La forte presenza della criminalità nel Mezzogiorno d’Italia è inoltre una delle cause di un fenomeno “particolaremnte doloroso”, l’emigrazione di “giovani onesti e istruiti” verso il Nord d’Italia. “Un nostro studio – ha detto Draghi – ha documentato come nelle economie a forte presenza criminale le imprese pagano più caro il credito. In quelle aree è più rovinosa la distruzione di capitale sociale dovuta all’inquinamento della politica locale; i giovani emigrano di più; tra di essi, quasi un terzo è costituito da laureati che si spostano al nord in cerca di migliori prospettive”. “Quest’ultimo fenomeno – sottolinea – è particolarmente doloroso: l’inquinamento mafioso piega le sperenza dei giovani onesti e istruiti, che potrebbero migliorare le comunita’ che li generano e invece decidono di non avere altra strada che partire”.
Infine, Draghi ricorda come in Italia contrastando la criminalità organizzata “alcuni eroi” hanno sacrificato la propria vita. “L’azione di contrasto alla criminalità – ha affermato – viene svolta innanzitutto dalle forze dell’ordine e dalla magistratura inquirente. I successi non sono mancati, neanche in passato, a volte con il sacrificio della vita di alcuni eroi”.