Se sei anziano, solo, o non hai un parente potente per farti raccomandare a Palermo dimenticati di avere una vita civile. Se ti devi vaccinare contro l’influenza perché hai patologie gravi comincia a rassegnarti all’idea che non avendo santi in paradiso non avrai quello che ti spetta, quello per cui hai pagato le tasse. La situazione è questa. Da terzo mondo. Mentre c’è qualcuno che si ingrassa con lauti stipendi per amministrare, gestire e comunicare la sanità palermitana. C’è gente che soffre e si dispera perché non riesce ad avere il minimo indispensabile.
Avere informazioni dall’Asp di Palermo, che dovrebbe avere un servizio efficiente per comunicare con i cittadini ma evidentemente non lo fa funzionare nonostante vi siano le risorse, è impossibile: telefonare non serve perché squilla a vuoto. E così mentre una città muore per le misure di distanziamento sociale, mentre tutti continuano a ripetere che bisogna proteggere le fasce deboli della società (gli anziani) si costringe quella stessa fascia di popolazione a recarsi nei luoghi in cui non dovrebbero: gli uffici pubblici, gli ambulatori perché è solo andandoci di presenza che (forse) si riesce a ottenere una informazione (sperando che sia quella giusta).
Dunque, in queste condizioni un anziano che vuole vaccinarsi contro l’influenza deve piantonare una delle sedi dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo. Stare lì all’addiaccio, aspettare che arrivi la dose. Diteci voi se vi sembra una situazione da paese civile. Cosa ne pensa l’assessore Ruggero Razza che sappiamo essere persona sensibile a questi temi? Cosa ne pensa il direttore generale dell’Asp di Palermo la dottoressa Daniela Faraoni? Provate voi a capire nel sito dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo come si fa a vaccinarsi, a prenotare una visita, a curarsi in tempo di Covid. Domande: l’Asp ha fondi per la comunicazione con i cittadini? Come li spende? Chi li gestisce? Chi si occupa della comunicazione? Come lo fa?
Ogni giorno va in scena uno squallido dibattito sulla pandemia mentre non si riesce a gestire l’ordinario. E la smettano di dire che la situazione è questa in tutta Italia perché a Palermo la situazione è sempre questa: c’è chi si è ingrassato con la sanità, si è arricchito, ha costruito carriere per sé e per i propri figli. E c’è gente che soffre. Questa è la Palermo disuguale che gli ipocriti difensori della giustizia sociale non riescono a vedere magari perché hanno un amico o un parente piazzato ai vertici del sistema sanitario regionale.
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