Una banca che si occupi con il sistema della cartolarizzazione di gestire i crediti che le aziende vantano nei confronti della pubblica amministrazione. Non è una cattiva idea considerato che il solo assessorato all’Energia della regione siciliana si avvia a fare un’operazione di questo tipo del valore di un miliardo di euro. Il progetto è della Fondazione Banco di Sicilia e di altre due fondazioni bancarie in collaborazione con Bank of Scotland e ha già ricevuto il via libera dalla Banca d’Italia.
La notizia è emersa nel corso della conferenza siciliana regionale sul credito che si è svolta nei giorni scorsi a Villa Malfitano a Palermo per iniziativa dell’assessore regionale all’economia Gaetano Armao e dell’assessore alle attività produttive Marco Venturi. Al convegno è intervenuto anche il presidente della Fondazione Banco di Sicilia Gianni Puglisi il quale ha criticato l’atteggiamento della politica che tende a controllare il credito (come è avvenuto nel caso di Unicredit qualche mese fa) e ha annunciato di avere in priogramma l’ingresso in un nuovo grande istituto di credito regionale e di averne già parlato con il presidente della regione siciliana Raffalele Lombardo: “Non escludo che la fondazione possa guardare con attenzione a operazioni di crescita bancaria in Sicilia” ha detto. Puglisi, a capo di una fondazione che è azionista di Unicredit, ha anche riferito del progetto di Unicredit (che dovrebbe essere all’ordine del giorno nel cda a fine mese) di modificare lo statuto per decidere di utilizzare il brand del Banco di Sicilia quando gli pare: “Forse qualcuno ha avuto la palla di vetro e ha visto che avevo intenzione di chiedere la gestione del brand” ha aggiunto Puglisi. Il presidente della fondazione ha criticato anche l’atteggiamento dei soci di gruppi in cui la Fondazione ha partecipazioni. E’ il caso di Quantica, la Sgr in cui sono stati investito due milioni con l’obiettivo di raddoppiare: “Non ci hanno dato molta attenzione per gli investimenti – ha detto Puglisi – e ci chiamano solo per la modifica dello Statuto”.
Scopri di più da Nino Amadore
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