Il mio ruolo ed il dovere di riservatezza connesso alle mie funzioni non mi consentono di replicare alle vili aggressioni che sto subendo, soltanto per avere fatto il mio dovere, con scrupolo, onestà ed indipendenza, solo a servizio della Giustizia.
Di una Giustizia che oltre al rigore della Legge sapesse affermare i principi costituzionali di uguaglianza.
Purtroppo ho dovuto prendere atto che da un certo tempo a questa parte in Italia la Legge non è più uguale per tutti.
Senza aggiungere altro, consiglio però a Berlusconi, Cicchitto, Rutelli, Gasparri ed a quanti altri in questi giorni parlano a sproposito di me di leggere “La concessione del telefono” di Andrea Camilleri (edizioni Sellerio Palermo).
Lì c’è la mia storia ed uno spaccato di quanto sta accadendo oggi in Italia.
Io, ovviamente, sto sempre dalla parte dello Stato e anche in quello che è solo un romanzo sono col Questore Arrigo Monterchi di Montelusa.
Ho cercato fino all’impossibile di difendere il povero Filippo Genuardi e non ci sono riuscito.
A questo punto spero solo di non finire come lui.
So che questo non accadrà, perché ho la solidarietà di tanta gente per bene. Di tanti coraggiosi uomini delle istituzioni. Di magistrati e di giornalisti onesti, che non si sono ancora arresi nella ricerca della Verità.
Gioacchino Genchi
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