Si conclude l’esperienza nella Direzione distrettuale antimafia di tre sostituti della Procura di Palermo: Michele Prestipino, il Pm che coordinò la cattura di Bernardo Provenzano, Domenico Gozzo, che segue le indagini culminate con l’arresto di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, e Maurizio De Lucia, che si occupa delle inchieste più delicate su mafia e racket e il processo «Talpe alla Dda», sono stati invitati dal procuratore Francesco Messineo a scegliere un altro dipartimento della Procura ordinaria. Potranno occuparsi di «criminalità diffusa» (scippi e rapine, tra le altre cose) o «economica» (misure di prevenzione, bancarotte) o pubblica amministrazione. Messineo ha inviato ieri una circolare a tutti i sostituti e lo stesso invito fatto a Prestipino, Gozzo e De Lucia (che dovranno lasciare entro il 2 febbraio) è rivolto a cinque pm dell’ordinario (che seguono indagini non di mafia) e che, come i tre colleghi della Dda, hanno superato i dieci anni di permanenza nell’incarico. «È il termine massimo per ricoprire lo stesso ruolo – spiega il capo della Procura palermitana -. Lo prevede il nuovo ordinamento giudiziario e a noi tocca applicare la legge. Studieremo come fare per consentire loro di continuare a seguire i processi e le indagini che avevano in corso e nuovi eventuali sviluppi con i meccanismi delle »applicazioni«». Nel momento però in cui c’è da sviluppare i pizzini dei Lo Piccolo e quelli di Provenzano e si affaccia sulla ribalta la collaborazione di Francesco Franzese, l’antimafia perde pezzi. E non solo questi: perchè entro il 2008 lasceranno tutti i procuratori aggiunti; oltre ai partenti Sergio Lari e Giuseppe Pignatone (rispettivamente per Caltanissetta e Reggio Calabria) perderanno il diritto a ricoprire l’incarico e torneranno ad essere semplici sostituti memorie storiche come Guido Lo Forte, Roberto Scarpinato, Paolo Giudici e Alfredo Morvillo, attuale coordinatore del pool che indaga sul clan dei Lo Piccolo. «I ricambi ci sono e saranno validi – conclude Messineo -. Non parlerei di smobilitazione dell’antimafia. Nella vita le cose cambiano sempre».
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