La Calabria, come ognuno sa, è una terra con molti problemi. Ma l’essere terra con molti problemi, l’essere regione di ‘ìndrangheta, non significa affatto che tutti i calabresi sono disonesti, né che tutti i calabresi sono ‘ndranghetisti.
Questo luogo comune è ormai un alibi per chi, come Roberto Castelli, oggi viceministr leghista alle infrastrutture, non ha alcuna voglia di affrontare seriamente il problema. Trovandosi con la ‘ndrangheta in casa, a volte a stretto contatto con le amministrazioni leghiste, Castelli non trova altro modo di affrontare un problema se non quello di indicare con il dito la pagliuzza e facendo finta di non vedere la trave. Forse il viceministro pensa di risolvere con una dichiarazione fuori da ogni logica (come ormai siamo abituazti a sentire dai leghisti da un ventennio) tutti i problemi di infiltrazioni mafiose nelle opere pubbliche. ma ancora una volta ha dimostrato uno strabismo torvo e razzista dimenticando che nelle valli e non solo sono i purosangue padani a cercare la ‘ndrangheta e non viceversa.
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