Una fondina per pistola, una carta d’identità in bianco, nonché due scatole piene di pallottole cal. 9×21 ( per un totale di 99 cartucce), un fucile da caccia e relativo munizionamento (per un totale di 117 cartucce), un rilevatore tecnico di microspie, quattro coltelli a serramanico sono stati rinvenuti dalla polizia nel covo di Villapriolo (Enna) dove lunedì è stato trovato il boss Daniele Emmanuello. Nel corso dell’autopsia sul cadavere di Emmanuello, ucciso con un colpo esploso dalla polizia mentre cercava di fuggire, sono stat rinvenuti, complessivamente, sei “pizzini” ingeriti dallo stesso durante la fuga ( tre nell’esofago e tre nello stomaco) e sono rinvenute due pallottole, risalenti agli anni precedenti e trattenute sottopelle dal boss. Una delle due ogive, di presumibile calibro 44-45, era nella zona toracica e secondo quanto afferma la Squadra mobile di Caltanissetta in una nota, si ritiene sia risalente al tentativo di omicidio, patito dal latitante nel 1988 quando lo stesso Daniele Emmanuello con i due fratelli Davide e Nunzio, si era presentato all’ospedale di Gela, dopo che i tre erano stati raggiunti da numerosi colpi di pistola, esplosi da ignoti. In quell’occasione Daniele Emmanuello aveva riportato una ferita da arma da fuoco al braccio destro ed alla regione scapolare destra. I tre, allora erano stati arrestati per favoreggiamento personale nei confronti degli autori del tentato omicidio in loro danno.
Scopri di più da Nino Amadore
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