Protezione in tutti i paesi dell’Unione europea degli informatori e testimoni di reato mafioso, fine del segreto bancario, esclusione per cinque anni da qualsiasi appalto pubblico europeo per Cìchiunque sia condannato per reati gravi contro l’interesse pubblico. E’ quanto prevede la risoluzione, approvata dal Parlamento europeo, che presenta proposte per rafforzare il contrasto alle mafie nell’Ue sulla scorta delle proposte contenute in una relazione intermedia elaborata dalla commissione speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro e approvata per alzata di mano.
Il relatore Salvatore Iacolino (Ppe), nel corso del dibattito, ha detto che la lotta alle mafie è: «Una sfida globale contro crimini essenzialmente di natura economica: dobbiamo fare in modo che queste risorse, acquisite illecitamente da parte sistemi criminali, possano invece essere recuperate: questa è una priorità politica del Parlamento europeo». La Commissione europea stima che il reddito globale da attività criminali ammonta al 3,6% del PIL mondiale, mentre la corruzione nell’UE costa circa l’1% del PIL comunitario. Nel mese di ottobre, i deputati approveranno una strategia globale per rafforzare la lotta contro le attività criminali transfrontaliere.
Nella risoluzione approvata, si sottolinea che il potenziamento della cooperazione giudiziaria e della polizia transfrontaliera in tutta l’UE e con i paesi terzi è di vitale importanza per tutelare gli interessi finanziari dell’Unione contro la criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro. «Questo rapporto rappresenta un primo passo importante, perché suggerisce degli strumenti che mi auguro l’Ue possa adottare al più presto – dice Rita Borsellino –. Mi riferisco, per esempio, all’armonizzazione delle normative dei vari Stati membri, all’abolizione del segreto bancario, all’istituzione di un Procuratore europeo, a norme più severe contro i crimini ambientali, alla richiesta di una normativa ad hoc per la protezione dei testimoni di giustizia e delle vittime della tratta. Tutte misure che spero possa confluire in un rapporto finale ancora più ambizioso che delinei una chiara strategia europea per contrastare il crimine, la corruzione e il riciclaggio”.
Programma di protezione UE
Per intensificare la lotta contro la corruzione, il Parlamento europeo invita la Commissione a presentare una proposta legislativa volta a istituire un programma di protezione dei denuncianti (whistleblower) che dovrebbe coprire anche i testimoni e gli informatori. Entro settembre, inoltre, i deputati auspicano che sia presentata anche la proposta che crei la tanto attesa Procura europea.
Per coordinare meglio la lotta contro le attività di tipo mafioso a livello Ue, i deputati chiedono una definizione comune di criminalità organizzata che includa il reato associativo di stampo mafioso, precisandone il carattere di vocazione imprenditoriale e forza intimidatrice.
Fine del segreto bancario
I deputati chiedono l’abolizione del segreto bancario per contribuire a privare le organizzazioni criminali delle loro risorse finanziarie. Banche, assicurazioni e istituti di credito dovrebbero cooperare, fornendo informazioni complete sulle entità giuridiche e sugli effettivi beneficiari finali. Inoltre, dovrebbero essere utilizzati strumenti informatici per migliorare la tracciabilità dei flussi finanziari e quindi delle finanze mafiose.
Cinque anni di esclusione dagli appalti pubblici e di incandidabilità
Chiunque sia condannato per reati gravi contro l’interesse pubblico (ad esempio, il traffico di esseri umani, lo sfruttamento del lavoro minorile o il riciclaggio di denaro) deve essere escluso da qualsiasi appalto pubblico europeo per almeno 5 anni. Alle persone condannate per corruzione, dovrebbe essere impedito di presentarsi alle elezioni in qualsiasi ufficio pubblico nell’UE, per almeno 5 anni.
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