Un progetto finanziato da Fondazione per il Sud per il recupero di un bene confiscato a Palermo, nella frazione di Ciaculli, territorio legato alla famiglia mafiosa dei Greco. Si chiama MandarInArte e vede coinvolte le associazioni Acunamatata che ha avuto il bene in concessione, Ubuntu e Baubò, partner del progetto, e il Dipartimento di Psicologia di Palermo – Cattedra di Psicoterapia che ha, invece, il ruolo di responsabile scientifico.
Il bene confiscato a Giovanni Prestifilippo, è un mandarineto di 1851 metri quadrati, al centro del quale sorge lo scheletro di un edificio formato da un piano terra e due piani in elevazione per una superficie complessiva di 270 metri quadrati. Il bene, oggi simbolo dell’abusivismo edilizio e della criminalità organizzata, grazie al progetto, diventa una risorsa da sviluppare in più direzioni. L’immobile sarà riqualificato, completando la struttura con lavori ad hoc. Si tratta del primo esempio in Sicilia di intervento strutturale su un bene confiscato privo di forma e di funzione. Per completarlo sarà bandito un concorso rivolto ad artisti che potranno presentare il loro progetto di finiture interne ed esterne dell’immobile. Due grandi finestre al primo piano, per esempio, sarebbero poste a simboleggiare la nuova trasparenza dell’attività da svolgere.
Il progetto che ha un costo complessivo di circa 432 mila euro e che sarà realizzato nell’arco di due anni, prevede l’avvio di una serie di attività culturali e artistiche, strettamente legate al territorio, per recuperare non tanto la produzione del mandarino in sé, ma la storia che c’è attorno che è anche la storia della città e delle persone che abitano nel territorio.
Ma MandarInArte punta più in alto. Vuole anche diventare un buon esempio di valorizzazione e sostenibilità dei beni confiscati, tema estremamente attuale e spesso al centro di tante polemiche, attraverso idee da realizzare nel breve e nel lungo periodo. La sede del bene, dunque, come polo per la messa in rete con altri beni, attraverso la realizzazione di attività itineranti a cura dei gruppi responsabili di diversi programmi.
Gli operatori delle associazioni coinvolte, nei primi mesi successivi all’avvio ufficiale del progetto, hanno lavorato giorno dopo giorno per stabilire un primo contatto con la gente del posto e avviare quel percorso di radicamento e di sensibilizzazione alla legalità che è senz’altro il punto centrale nelle azioni di contrasto alla criminalità organizzata.
L’intento è quello di creare una rete di relazioni con quella parte di Ciaculli che cerca occasioni di riscatto, di lavoro e di sviluppo nel segno della legalità. Relazioni multiculturali, anche, dove la diversità invece di dividere diventa un punto di forza. Non a caso, infatti, una parte del progetto vedrà coinvolti soggetti immigrati, dopo un percorso di avvicinamento con gli abitanti del luogo.
In una fase avanzata, la proposta progettuale prevede tre programmi di attività: “Mandarino”, “Teatro Forum” e “Ars in Movimento”. I programmi si fondano sulla costituzione di gruppi di lavoro autosostenibili e si rivolgono agli alunni delle scuole presenti sul territorio e agli adulti del luogo e immigrati che abitano il territorio.
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