di Luigi Leone
E’ l’ennesima operazione straordinaria quella portata a termine dalla Dda di Reggio Calabria, in collaborazione con i ROS, e che ha portato alla sbarra esponenti di clan mafiosi ed imprenditori. E quando dico “straordinaria” non è soltanto per rimarcare un nuovo successo registrato in Calabria nella lotta alla ‘ndrangheta, quanto, semmai, per sottolineare il continuo, forte e deciso procedere di una Procura che, pur costantemente minacciata e sotto tiro, sta realizzando quello che a molti poteva apparire un’utopia: espugnare quel fortino criminale che, nel tempo, si è alimentato di connivenze, collusioni e di sistemi di potere corrotti.
Appare, perciò, del tutto evidente come nella nostra Regione, oggi ancor più di ieri, il livello del contrasto alla criminalità mafiosa si sia elevato e di come sia ancor più necessario scendere attivamente in campo al fianco delle forze dell’ordine e della magistratura, non soltanto, come si usa fare, per “ringraziare o solidarizzare”, ma per combattere al loro fianco una battaglia che oggi davvero sembra più possibile vincere.
E bisogna farlo senza proclami, lavorando quotidianamente per l’affermarsi di una più forte cultura della legalità nella nostra terra, che abbia nella libertà economica, sociale e civile i suoi principi fondanti e che si forgi sul coraggio delle scelte necessarie per il suo affermarsi: a partire dal coraggio della denuncia e dal rifiuto del silenzio, quello che, quando esercitato, pesa più di una collusione o di una connivenza diretta.
Bisogna, anche, fare in modo che si esca dai tecnicismi e dalla costante ricerca dei mezzi appropriati e delle soluzioni, per questo stanno già svolgendo un’azione straordinaria la Magistratura, le Forze dell’ordine e le Prefetture, per approdare, una volta per tutte, alla coscienza che “cambiare è possibile” ma lo è alla sola condizione che sia tutta la società a volerlo e che essa sia parte attiva di un processo, o l’attrice protagonista del film di cui ha parlato in conferenza stampa il Procuratore Pignatone, che deve avere al centro della propria azione il riscatto di un’ intera regione.
Stare dalla parte della giustizia e della legalità non è solo un dovere civile ma è soprattutto un obbligo nei confronti sia di chi coraggiosamente sta in prima linea contro la ‘ndrangheta sia di chi come le giovani generazioni hanno nella speranza di una terra migliore il loro futuro.
Bisogna, come ha anche sottolineato la Confindustria calabrese nella sua campagna contro il pizzo, lottare contro chi impedisce di lavorare, di dare lavoro, di fare impresa e generare ricchezza e sviluppo. Non bisogna, insomma, più abbassare la testa.
La Calabria deve e sta cambiando, bisogna contribuire per far sì che cambi il più in fretta possibile.
E’ sicuramente un processo lento e complicato dal quale però non si può prescindere se si vuole davvero costruire una Calabria migliore.
*Direttore Generale Confindustria Calabria
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