Con il preciso obiettivo di indagare e di diffondere conoscenza in merito alle potenzialità, alle opportunità di crescita ma anche ai vincoli che caratterizzano e influenzano il contesto economico siciliano, nasce RES – Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia, il cui responsabile scientifico è il professor Carlo Trigilia, ordinario di ‘Sociologia Economica’ presso l’Università di Firenze. Frutto dello sforzo congiunto della Fondazione Banco di Sicilia e di UniCredit Group – Banco di Sicilia, due istituzioni molto ben radicate sul territorio e particolarmente impegnate nella realizzazione di progetti per lo sviluppo dell’Isola, RES vuole porsi al servizio delle istituzioni politiche e delle forze sociali (dall’imprenditoria all’associazionismo) elaborando periodicamente studi e analisi utili a meglio ‘comprendere’ l’Isola e a individuarne le principali leve strategiche per lo sviluppo economico e civile. L’obiettivo è dunque di contribuire a un più efficace disegno delle politiche e dell’azione delle forze sociali.
In questa prospettiva, RES si propone di analizzare l’influenza della società e della politica sull’economia. Per farlo cercherà di discostarsi dal tradizionale filone di analisi che fa riferimento alla categoria statistica di ‘Mezzogiorno’ che, aggregando realtà composite, non permette di cogliere adeguatamente i segni di novità all’interno del Sud. Ma intende anche prendere le distanze da un generico riferimento alla dimensione regionale che non consente di mettere a fuoco le differenziazioni interne necessarie per disegnare politiche di sviluppo adeguate ai diversi contesti. Anche la Sicilia – come le altre regioni – è in realtà “un sistema di sistemi locali”.
La Sicilia del terzo millennio è ancora penalizzata da alcuni aspetti contraddittori. Pur godendo dal secondo dopoguerra di un’autonomia speciale che, ponendola di fatto in una condizione privilegiata, conferisce al suo governo regionale poteri regolativi, trasferimenti dallo Stato centrale e risorse di spesa superiori a quelli delle altre regioni del Sud, non è ancora riuscita a innescare meccanismi in grado di garantire uno sviluppo autonomo e duraturo nel tempo.
Il contesto socio-economico siciliano è caratterizzato da taluni elementi di negatività tra i quali spiccano un reddito procapite più basso della media delle altre regioni del Sud Italia e un’economia ancora troppo legata ai trasferimenti pubblici oltreché minata dalla criminalità. A ciò si aggiunga un alto tasso di abbandono scolastico e la presenza di infrastrutture e servizi sociali oggettivamente poco efficienti. Ma il quadro presenta anche angolature positive e lascia intravedere orizzonti più sereni. Già oggi, in Sicilia, sono evidenti alcuni segnali di dinamismo socio-economico e, negli ultimi anni, si è andata a delineare quella che potrebbe essere definita ‘l’economia dei due angoli’. L’area nord-occidentale dell’Isola ha visto affermarsi il ‘sistema del vino’ dove operano aziende eccellenti e in grado di competere sui mercati internazionali. Nell’area sud-orientale va palesandosi un trend di sviluppo più variegato che coinvolge il settore turistico, quello della valorizzazione dei beni ambientali-culturali, l’agricoltura specializzata, l’industria chimica e alcuni comparti manifatturieri legati all’informatica e al fotovoltaico (Etna Valley). Due, ad oggi, paiono essere le sfide a cui il ‘sistema Sicilia’ deve saper rispondere per garantirsi un percorso virtuoso di sviluppo. La prima riguarda l’efficienza dei servizi pubblici e privati che influiscono sulla competitività delle imprese: per affrontare una concorrenza globale occorrono infrastrutture che funzionino, un’amministrazione meno macchinosa e un sistema di istruzione e di formazione più strutturato. La seconda è connessa alla necessità di promuovere quelle produzioni di qualità meno dipendenti dalla concorrenza di costo che viene dalle aree emergenti e in tal senso pare necessario favorire attività innovative più legate al progresso scientifico e alle conoscenze specialistiche.
E’ alla luce di queste considerazioni che RES, nel condurre le proprie analisi, punterà la lente soprattutto sui fattori endogeni dell’Isola, quali ad esempio la formazione di imprenditorialità, le leadership imprenditoriali e politiche, le capacità dei territori di produrre beni collettivi materiali e immateriali (il capitale sociale). Si tratta, in altre parole, di studiare le ‘Sicilie che si muovono’ mettendole a confronto con le aree stagnanti al fine di delineare diversi percorsi di sviluppo locale.
Dal punto di vista metodologico l’attività di RES si distinguerà da quella di altri centri di ricerca perché sarà meno impegnata sul fronte delle analisi congiunturali e previsionali per focalizzarsi con maggiore attenzione sullo sviluppo dei territori effettuando indagini sul campo e comparazioni sistematiche con altre regioni italiane e europee.
“L’istituto di ricerca su economia e società in Sicilia – sottolinea Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Banco di Sicilia – costituisce una tappa molto rilevante nel percorso che la Fondazione sta compiendo verso l’obiettivo di sostenere concretamente e fattivamente lo sviluppo socio-economico dell’Isola. Percorso ormai consolidato grazie a un’attività assidua nella quale si inscrive il recente workshop con Jacques Attali organizzato a Palermo. Grazie alla dote cospicua destinata all’attività di ricerca pari a 500.000 euro, l’Istituto rappresenta un unicum per la realtà siciliana”. “RES, inoltre, – aggiunge Puglisi – grazie alla partnership con UniCredit Group – Banco di Sicilia sostanzia e conferisce valore alla ‘logica di sistema’ che, sin dall’inizio del mio mandato, rappresenta uno dei principali criteri che orientano le scelte strategiche della Fondazione. E che reputo sia l’unica strada per la crescita della Sicilia.
Il primo tema che verrà approfondito dall’Istituto di ricerca sarà: “La Sicilia dell’innovazione: una ricognizione dei territori e delle imprese più innovative dell’Isola, per lo studio delle realtà e delle potenzialità legate all’economia della conoscenza. Tutti i temi affrontati saranno oggetto di un Rapporto Annuale presentato in occasione di un convegno appositamente organizzato. Parallelamente RES organizzerà attività di promozione culturale e condurrà ricerche e approfondimenti su argomenti di natura economica-finanziaria e socio-economica che verranno discussi durante specifici seminari. L’istituto sarà operativo a partire da settembre 2008 e avrà sede a Palermo, in via Cerda 24. Presieduto da Carlo Trigilia, sarà guidato da un Consiglio di Indirizzo del quale faranno parte: Roberto Nicastro, Deputy CEO di UniCredit Group, Ivan Lo Bello, Presidente del Banco di Sicilia, Roberto Bertola, Amministratore Delegato del Banco di Sicilia, Giovanni Puglisi e Eugenio Giorgianni, rispettivamente Presidente e Segretario Generale della Fondazione Banco di Sicilia. Del Comitato Scientifico, presieduto da Giovanni Puglisi, Vice-Presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), faranno parte: Aurelio Angelini, Maurice Aymard, Arnaldo Bagnasco, Aldo Bonomi, Salvatore Butera, Giuseppe Campione, Guido Corso, Leandra D’Antone, Carlo Dominici, Alberto Quadrio Curzio, Elita Schillaci, Gianfranco Viesti.
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