Era latitante ma era riuscito ugualmente a farsi autenticare un documento negli uffici del Comune di Palermo. Antonino Lo Nigro, 30 anni, ritenuto il nuovo capo del mandamento di Brancaccio e accusato di traffico di droga, è stato tradito dalla sua passione per la musica: i carabinieri lo hanno sorpreso in casa, in un bell’appartamento nel centro di Bagheria, mentre ascoltava in cuffia a tutto volume una canzone del cantante neomelodico Tony Colombo.
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Lo Nigro, ricercato dal 15 gennaio del 2008, indossava una tuta da ginnastica e a causa del volume elevato con cui ascoltava canzoni napoletane si è accorto di aver finito la sua latitanza quando si è visto davanti un militare. Pochi minuti prima dell’irruzione dei carabinieri, intorno alle 9 di giovedì sera, una sua amica, Concetta Barbagallo, 29 anni, che è stata arrestata per favoreggiamento, gli aveva lasciato i sacchetti con la spesa sul tavolo della cucina del monolocale in cui si rifugiava.
Inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi, le indagini sul suo covo sono iniziate un mese fa, quando i carabinieri della stazione carabinieri di Bagheria hanno notato «un’anomala frequenza di giovani con precedenti penali» in via Paterna. Dopo alcuni giorni di appostamenti, gli investigatori hanno individuato il latitante.
Gli investigatori dell’Arma lo hanno bloccato in un elegante appartamento al centro di Bagheria che era stato preso in affitto dalla Barbagallo. Il peso criminale di Lo Nigro ha trovato conferma nell’indagine «Perseo» dei mesi scorsi, che ha portato all’arresto di 90 persone, in cui gli viene riconosciuto il ruolo di reggente del mandamento mafioso di Brancaccio.
Nonostante fosse un boss latitante, appena pochi mesi fa Antonino Lo Nigro si era recato personalmente in un ufficio comunale di Palermo per farsi autenticare un documento che poi è stato depositato in un processo che lo vede tra gli imputati per associazione mafiosa. È il curioso retroscena emerso dall’indagine che ha portato all’arresto del boss emergente.
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