Settembre 20, 2024

I Carabinieri del Ros, su disposizione della Dda di Palermo, stanno eseguendo cinque ordini di custodia cautelare, fra cui una donna, con l’accusa di associazione mafiosa ed estorsioni. Nell’ambito della stessa operazione, denominata ‘Rebus’, i militari stanno anche procedendo al sequestro di beni per un valore complessivo di 15 milioni di euro, che costituiscono il patrimonio occulto delle famiglie Madonia-Di Trapani e del quale sono stati individuati i prestanome. L’indagine riguarda gli esponenti della famiglia mafiosa dei Madonia (il capo clan Francesco, deceduto nel marzo 2007, e i figli Antonino, Giuseppe e Salvatore), da anni al vertice del mandamento palermitano di Resuttana, che, nonostante fossero detenuti sottoposti al carcere duro previsto dal 41 bis, continuavano a dirigere l’organizzazione, impartendo direttive durante i colloqui con i familiari, in particolare con Maria Angela Di Trapani, moglie di Antonino Madonia, arrestata oggi anche lei.

 Nell’indagine é stato anche ricostruito il movente che nel gennaio del 2006 ha portato all’uccisione di Giovanni Bonanno, vittima di lupara bianca. Fra le cinque persone fermate  dai carabinieri del Ros c’è anche Aldo Madonia, figlio del boss di Resuttana, Francesco (deceduto) e fratello di  Antonino, Giuseppe e Salvatore tutti mafiosi, condannati all’ergastolo, coinvolti nell’indagine coordinata dalla  Direzione distrettuale antimafia di Palermo denominata «Rebus». L’inchiesta ha portato alla luce le violazioni che i  boss mettevano in atto, attraverso un codice, per par passare i  messaggi all’esterno del carcere nonostante il 41 bis.    Aldo Madonia, laureato e farmacista, era stato condannato in passato per mafia, ma ha sempre detto di essere fuori dagli  «affari» della sua famiglia, appoggiato anche dalla moglie, Carla Cottone, che partecipò a una puntata del Maurizio  Costanzo show difendendo il marito e prendendo le distanze dalla  sua famiglia. L’uomo adesso è accusato di aver amministrato i  soldi delle estorsioni della cosca.

Arrestati anche Michele Di Trapani, zio dei Madonia, già  condannato in passato per mafia, il commerciante Massimiliano Lo Verde, a cui erano intestati diversi beni riconducibili ai Madonia e titolare del bar Sofia che si trova nell’ospedale di Villa Sofia e Vincenzo Sgadari, imprenditore.

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