Michele Aiello non ci sta. Il “re delle cliniche”, ritenuto il prestanome di Bernardo Provenzano, e condannato in primo grado nell’ambito del processo Talpe alla Dda non accetta la radiazione
dall’Ordine degli Ingegneri e ha deciso di presentare ricorso. Il provvedimento nei suoi confronti era stato preso nel novembre dell’anno scorso alla luce della sua condanna a quattordici anni. La radiazione aveva rappresentato la conclusione di un procedimento disciplinare a cui era stato dato il via a marzo dello scorso anno, visto che l’Ordine professionale a quel punto aveva ritenuto l’imprenditore originario di Bagheria indegno di continuare a stare inserito nell albo e di fregiarsi ancora del titolo di ingegnere .
La radiazione di Aiello è stata decisa all’unanimità dal Consiglio presieduto da Alessandro Calì. Aiello ha ora deciso di fare ricorso al consiglio nazionale dell’Ordine. Per la tutela degli interessi della collettività dice il presidente nazinale dell’Ordine professionale, Paolo Stefanelli bisogna avere il controllo della correttezza e delle moralità dei propri iscritti. Garantire le correttezza è quindi il primo compito e non parlo della “specchiata condotta” ha aggiunto e la collusione con la mafia è fra i reati sicuramente più gravi . Dopo la cancellazione dall’albo quindi, in una riunione che si è poi svolta il novembre scorso a Catania, il Consiglio degli Ordini degli ingegneri della Sicilia, presieduto da Gaetano Fede aveva espresso la piena condivisione per l azione disciplinare nei confronti di Aiello, giudicato colpevole in primo grado anche per corruzione e truffa al servizio sanitario. In seguito furono sequestrati anche i suoi beni immobili, per un totale di 250 milioni di euro, tra cui il polo oncologico di Bagheria.
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