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Mafia: il “consigliori” dei Lo Piccolo racconta gli affari della cosca ai magistrati

Non ha presentato istanza di scarcerazione ma ha già cominciato a parlare con i magistrati riempiendo decine di pagine di verbali. L’avvocato palermitano Marcello Trapani, accusato di essere il consiglieri” di Salvo Lo Piccolo e dei figli Sandro e Calogero (tutti e tre in carcere) pur non essendo ancora considerato un collaboratore di giustizia, secondo quanto riportato oggi dal quotidiano La repubblica, avrebbe già fatto parecchie ammissioni.

“In merito all’investimento di denaro a Chioggia sono stato sul posto per la prima volta nel maggio 2006…” racconta Trapani. E quello che lui dice può contribuire a disgelare quella zona grigia che a Palermo si arricchisce sempre di più di nuovi e inquietanti professionisti. Trapani racconta di aver partecipato, per conto di Calogero Lo Piccolo, nell’affare della riqualificazione del porto della cittadina veneta, con una joint venture tra un imprenditore del Nord e la Pe.Tra. management, società costituita a settembre dell’anno scorso nello studio del commercialista palermitano Giuseppe Rosano, 47 anni e studio al civico 171 della centralissima Via Libertà. Il quale non è solo uno dei tre revisori dei conti del comune ma è anche, secondo i magistrati della Procura di Palermo che gli hanno notificato un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta che ha portato in carcere Trapani e Giuseppe Pecoraro, già responsabile del settore giovanile del Palermo calcio, per interstazione fittizia di beni.

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  • Come può vedere non c'è scritto da alcuna parte che lei è mafioso né che è stato condannato né altro. Pubblichiamo anche la sua nota e pubblicheremo nei prossimi giorni la notizia sulla sua vicenda processuale: per rispetto alla verità che è patrimonio di tutti.
    grazie Nino Amadore

  • Come può vedere non c'è scritto da alcuna parte che lei è mafioso né che è stato condannato né altro. Pubblichiamo anche la sua nota e pubblicheremo nei prossimi giorni la notizia sulla sua vicenda processuale: per rispetto alla verità che è patrimonio di tutti.
    grazie Nino Amadore

  • Non capisco la ragione dei suoi insulti avendo io pubblicato, come è giusto che sia, un articolo di cronaca cui è seguita la pubblicazione di un altro articolo di cronaca che prendeva atto della sua estraneità giudiziaria alla vicenda.
    Nino Amadore

  • Non capisco la ragione dei suoi insulti avendo io pubblicato, come è giusto che sia, un articolo di cronaca cui è seguita la pubblicazione di un altro articolo di cronaca che prendeva atto della sua estraneità giudiziaria alla vicenda.
    Nino Amadore

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