di Nino Amadore
Consolidare il nuovo assetto dell'assessorato, snellire la macchina amministrativa e soprattutto creare un muro per ostacolare qualsiasi tipo di infiltrazione criminale mafiosa o comune. Sono i punti chiave dell'impegno programmatico del prefetto Giosuè Marino chiamato dal presidente della regione siciliana a ricoprire il delicato ruolo di assessore all'Energia e ai servizi di pubblica utilità. Dal suo ufficio passano le questioni più spinose dell'isola: dal piano integrato per la gestione dei rifiuti alle autorizzazioni per gli impianti energetici.
Partiamo dai rifiuti. L'emergenza è continua.
Lo so. Ma non si tratta di emergenza strutturale nel senso che non è causata dalla mancanza di discariche e impianti. Come è noto è emergenza di carattere economico: gli Ato non ricevono i soldi dai comuni e non pagano le aziende che si occupano di raccolta o chi gestisce le discariche, i lavoratori così non ricevono gli stipendi e si fermano. E si blocca anche la raccolta.
Ma non era previsto il commissariamento per gli enti che non pagano?
Noi provvediamo con il commissariamento ad acta e solo in scasi gravi con il commissariamento straordinario. Ma spesso il commissario si trova di fronte un quadro finanziario molto precario, contrassegnato da un'endemica inadeguatezza della riscossione di Tarsu e Tia.
Per il passato cosa è stato deciso?
Il sistema delle anticipazioni erogate dalla regione ai comuni è stato chiuso al 31 dicembre dell'anno scorso: le passività per il pregresso ammontano a un miliardo. È stato utile tirare una linea e procedere a definire un piano di rientro e consentire ai comuni di pagare i debiti.
Come sarà strutturato il piano di rientro?
Il debito consolidato sarà pagato in dieci, 15 anni dai comuni stessi attraverso un piano di rientro finanziato dal sistema bancario e garantito dalla regione.
Ma intanto i creditori che fanno?
È allo studio un sistema per pagare subito i creditori. Potrebbe essere una cartolarizzazione oppure una anticipazione data dalle banche in forma di mutuo.
Il nuovo piano dei rifiuti a che punto è?
Siamo alla stretta finale: stiamo facendo gli ultimi ritocchi dopodiché il piano, reso esecutivo e acquisita l'intesa della protezione civile, sarà trasmesso al ministero per l'Ambiente per l'approvazione.
Ci sono i termovalorizzatori in questo nuovo piano?
È stato escluso il ricorso ai termovalorizzatori per puntare piuttosto su prevenzione, riutilizzo, riciclaggio e recupero del rifiuto. Noi siamo convinti che il rifiuto sia una risorsa e pertanto vada trattato come tale.
L'operazione Grande vallone, nel nisseno, coordinata dalla procura distrettuale antimafia ha dimostrato come i termovalorizzatori rappresentassero un affare per la mafia.
Cosa nostra si interessa a tutte le iniziative che possono comportare o essere motivo di arricchimento o di riciclaggio. Ecco perché bisogna tenere l'attenzione sempre molto alta.
L'arresto del deputato regionale Gaspare Vitrano ha fatto emergere anche un sistema di corruzione da cui non è estranea la politica.
Sul caso specifico i magistrati stanno lavorando e dunque non entro nel merito. Da parte nostra abbiamo avviato una indagine ispettiva che è in corso: sarà fatta una verifica per individuare le possibili cause con l'obiettivo di avere una quadro conoscitivo diffuso. Non v'è dubbio che dove ci sono disfunzioni ciò può costituire un vantaggio per chi vuole speculare con sistemi criminali.
Gli imprenditori lamentano le lentezze e sostengono che i ritardi nelle autorizzazioni possono diventare presupposto per la corruzione.
Per evitare che i ritardi nella istruttoria delle istanze di autorizzazione degli impianti che sfruttano energie alternative possano costituire condizione favorevole per attività corruttive o comunque criminali ho avviato una pressante azione di efficientizzazione degli uffici curandone il potenziamento: in una delle ultime giunte ho ottenuto l'assegnazione di dieci funzionari. Sto lavorando anche alla standardizzazione delle procedure con gli altri assessorati in modo da porre regole precise che possano portare a una più agevole collaborazione per evitare i ritardi. Sto intervenendo anche sul fronte dell'informatizzazione che è determinante per la tracciabilità degli atti.
Le imprese chiedono anche che sia rispettato l'ordine cronologico di presentazione delle istanze per evitare discrezionalità.
L'ordine cronologico è un criterio rigoroso che ho da subito disposto fosse la regola fondamentale. Per garantire i controlli abbiamo recentemente siglato un protocollo con la Guardia di finanza e ci accingiamo a firmare un accordo con tutte le prefetture dell'isola in collaborazione con gli imprenditori.
Con quali obiettivi?
C'è la necessità che sia reso più efficiente e fluido il rilascio delle autorizzazioni ma c'è anche l'esigenza di trasparenza e di aver contezza dell'affidabilità di chi presenta le istanze. Dobbiamo essere certi che si tratta di imprese pulite e che non vi siano infiltrazioni a valle degli investimenti a cominciare dalla proprietà dei terreni. Voglio che queste verifiche siano condotte non soltanto sul conto di chi ottenga per la prima volta l'autorizzazione all'impianto ma anche su quanti successivamente l'acquisiscano. Le informative atipiche antimafia ci danno queste possibilità ed è in questo che si sostanzia l'accordo con le prefetture.
Uno dei temi importanti è quello dei rigassificatori. Quello di Porto Empedocle è bloccato per il contenzioso amministrativo, ma di quello di Augusta-Priolo-Melilli che dice?
Abbiamo avviato un dialogo costruttivo con la Ionio Gas, la società che ha presentato il progetto e siamo a buon punto. È stato chiesto un parere all'Avvocatura ma credo che potremo arrivare a una soluzione.
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