Può esistere un modello efficiente ed economicamente sostenibile di gestire i beni mobili e immobili sequestrati alla mafia? Possono esistere dei modelli di gestione che buoni manager possono applicare alle aziende sottratte alle mafie salvando le imprese in un contesto di legalità e contemporaneamente i posti di lavoro? L’esperienza di molti amministratori giudiziari dimostra che tutto ciò è possibile e il corso avviato dal Dipartimento di studi europei e della integrazione internazionale dell’università di Palermo guidato dal professore Giovanni Fiandaca dimostra invece che su questi temi bisogna investire in formazione e nuova sperimentazione per migliorare i modelli di gestione fin qui sperimentati. A questa logica ha provato a dare rispste il corso di alta formazione in amministrazione e destinazione dei beni confiscati di cui domani si tiene a Palazzo steri a Palermo (a partire dalle 15 e fino alle 19) la cerimonia conclusiva nel corso della quale verranno presentati gli elaborati finali. Perché in questi mesi di corso gli allievi hanno investito il loro tempo (e le loro competenze) per sperimentare vie nuove nella gestione di beni e aziende e di questo vorranno parlare domani presentando i progetti realizzati su casi concreti: da quello di Suvignano, dove si è affrontato il problema della gestione di un patrimonio aziendale di consistente rilevanza e della successiva destinazione, a quello di “Verbumcaudo”, il grande fondo agricolo che fu di Michele Greco oggi vincolato da pretese creditorie di terzi. E ancora, business plan su aziende sequestrate o confiscate nel settore della grande distribuzione e della produzione industriale, progetti per la gestione e destinazione di consistenti patrimoni immobiliari. La giornata, organizzata dall’Università d’intesa con il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso e con il prefetto Mario Morcone (direttore dell’ Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla mafia) sarà aperta dai saluti del rettore Roberto Lagalla e presieduta da Giovanni Fiandaca. Parteciperanno, oltre a Grasso e a Morcone, Giuseppe Catanzaro di Confindustria Sicilia, Pietro Grillo del Tribunale di Trapani, Giuliana Merola della Corte d’appello di Milano, Roberto Passalacqua del Tribunale di Catania, Giuseppe Pisciotta dell’Agenzia del Demanio, Silvana Saguto, del Tribunale di Palermo, Giuseppe Sopranzetti, della Banca d’Italia.
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