La mafia si infiltra nel settore eolico, otto arresti nel trapanese

Sembravano urla alla luna, come un allarme inverosimile e strumentale. E invece di colpo le denunce del sindaco di salemi (Trapani) Vittori Sgarbi sulle infiltrazioni mafiose nel settore dell’energia eolica si sono materializzate.  Stamattina sono finite in manette otto persone e tra queste un architeto, tale Giuseppe Sucameli, ex capo dell’ufficio tecnico del Comune di Mazara del Vallo e già detenuto perché arrestato nell’ambito delal cosiddetta operazione Black out insieme a Michele Accomando (emersero colegamenti con la massoneria deviata).  L’inchiesta di oggi rivela, dunque, che la mafia tiene salde le mani della mafia sull’eolico. Un patto tra fedelissimi del superlatitante Matteo Messina Denaro, politici, burocrati e imprenditori siciliani, campani e trentini per speculare sull’affare dell’energia pulita in Sicilia. Otto le ordinanze di custodia cautelare eseguite all’alba da agenti della Squadra mobile e carabinieri del Reparto operativo provinciale di Trapani, al termine di complesse indagini sulle dinamiche politiche e imprenditoriali riguardanti la realizzazione di parchi eolici in Sicilia. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip di Palermo, Antonella Consiglio, su richiesta dei Pm della Procura antimafia Ambrogio Cartosio e Piero Padova, nei confronti di politici, imprenditori e funzionari del Comune di Mazara del Vallo, oltre ad alcuni pregiudicati mafiosi, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, corruzione e violazione della legge elettorale.
Nell’operazione, denominata «Eolo», sono stati impegnati oltre cento tra poliziotti e carabinieri, per arresti eseguiti in provincia di Trapani (Mazara del Vallo, Marsala, Trapani e Castelvetrano), nonchè a Sala Consilina (Salerno) e a Trento.
Gli ordini di carcerazione riguardano: Giovan Battista Agate, di 66 anni, pluripregiudicato mafioso di Mazara del Vallo, fratello del più noto Mariano Agate; Luigi Franzinelli, 64 anni, imprenditore di Trento; Vito Martino, imprenditore mazarese di 41 anni, già assessore e consigliere comunale di Forza Italia; Melchiorre Saladino, 60 anni, imprenditore di Salemi (Trapani), ritenuto contiguo a Matteo Messina Denaro; Giuseppe Sucameli, mazarese di 60 anni, già architetto del Comune di Mazara del Vallo, attualmente detenuto per associazione mafiosa. Altri tre sono stati posti agli arresti domiciliari: Baldassare Campana, mazarese di 60 anni, responsabile dello Sportello unico attività produttive del Comune di Mazara del Vallo; Antonino Cottone, mazarese di 73 anni, imprenditore e gestore della «Calcestruzzi Mazara»; Antonio Aquara, 50 anni, imprenditore di Ottati (Salerno). Gli arrestati, a vario titolo, avrebbero consentito alla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, il controllo di attività economiche, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici nel settore della produzione di energia elettrica mediante impianti eolici, anche attraverso lo scambio politico-mafioso di voti. Inoltre, con la complicità di ignoti pubblici ufficiali in servizio al Comune di Mazara del Vallo, avrebbero rivelato notizie sottoposte a segreto d’ufficio, riguardanti uno schema di convenzione per la realizzazione di un parco eolico a cura della società «Enerpro»; in particolare, il documento, temporaneamente asportato dalla cassaforte che lo custodiva, sarebbe stato reso noto agli amministratori della società concorrente «Sud Wind S.r.l.», affinchè quest’ultima potesse presentare una convenzione analoga, ma a condizioni più vantaggiose. Non solo. Tramite l’imprenditore di Salemi, Melchiorre Saladino, e con il concorso di altri pubblici ufficiali non ancora identificati, Vito Martino (prima da assessore, poi da consigliere comunale di Mazara del Vallo) e Baldassare Campana (nell’esercizio delle funzioni di responsabile dello Sportello unico attività produttive del Comune di Mazara del Vallo), avrebbero «costantemente e ripetutamente favorito la società Sud Wind S.r.l. nella stipula di una convenzione con il Comune di Mazara del Vallo – affermano gli investigatori – per la realizzazione di una centrale eolica per la produzione di energia elettrica, stabilendo una transazione corruttiva con Antonino Aquara e Luigi Franzinelli, rispettivamente amministratore unico e socio della Sud Wind S.r.l, ricevendo cospicue somme di denaro e autovetture di lusso». Alcuni degli arrestati devono anche rispondere del reato di voto di scambio, perchè in concorso con Josef Gostner, socio e procuratore speciale della società «Fri-El Green Power S.p.a.» di Bolzano, avrebbero pattuito di corrispondere un contributo di 30 mila euro a Vito Martino, candidato nella lista di Forza Italia alle elezioni regionali siciliane del 2006 (risultato poi secondo dei non eletti), senza alcuna deliberazione da parte dell’organo societario e senza l’iscrizione nel bilancio della società. 
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