di Nicola Tranfaglia
tratto da www.articolo21.org
Giuseppe Pignatone
”Va sfatata la leggenda secondo a cui Roma non ci sono mafie strutturate,ha detto il procuratore capo della repubblica Pignatone di fronte alla presentazione dei dati dell’Osservatorio dell’Università della Luiss qualche giorno fa.
I procedimenti aperti nel 2012 dalla direzione distrettuale antimafia della capitale rispetto ai 201 dell’anno precedente. L’aumento è del 39 per cento e in diciassette di questi si potrà procedere per il 416 bis che indica le associazioni criminali di tipo mafioso.Il litorale sud è quello più colpito:il caso di Latina con 253 beni sequestrati e 123 beni confiscati per un valore di 280 milioni di euro è un esempio più che sufficiente. All’incontro la partecipato la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi che ha detto:”Le mafie sono presenti dovunque e,se non siamo pronti,il rischio è che, anziché la reazione,ci sia l’assuefazione.Minimizzare non serve.” Del resto,occorre essere particolarmente distratti per non accorgersi della presenza e della forza delle mafia nella capitale italiana.Basta fare una passeggiata nel cuore di Roma,da Campo dei Fiori al Tuscolano,per rendersi conto di quello che può in qualche modo far riferimento alle più forti associazioni mafiose che infestano il nostro paese,una parte notevole del continente europeo e le due Americhe.Ricor-
diamo prima di tutto che Roma è la capitale del riciclaggio nella penisola.Negli ultimi due anni le Fiamme Gialle hanno sequestrato beni per un miliardo e quattrocentomila euro .E richiesto provvedimenti per la stessa somma. Metà delle 160 aziende confiscate nel Lazion sono bar,ristoranti e alberghi.del resto è noto che l’industria turistica nella capitale e nella regione è centrale per il reddito della zona,viste le attrattive di cui godono città e regione rispetto non soltanto agli stranieri ma anche ai turisti italiani.
Nell’ultimo anno,sono scomparsi 417 bar e ristoranti e i cassieri delle mafie comprano il marchio e lasciano il vecchio gestore come testa di legno o inserendo un familiare fidato per schermare la proprietà. Allo shopping capitolino partecipano soprattutto ‘ndrangheta e camorra ma ci sono anche imprenditori che fanno riferimento alla vecchia banda della Magliana.
Uno dei capi della criminalità mafiosa nella capitale è di sicuro Edoardo Contini che viene dalla camorra campana e che anche l’attuale procuratore nazionale antimafia Franco Roberti ha avuto modo di conoscere.Proprio nei dintorni di piazza Navona,Contini gestisce un ristorante che ha pesce buono e pizza napoletana “verace”. Ma non finisce qui. L’imprenditore campano Michele Marturano ha costruito la sua rete di pizzerie tra il Colosseo e la periferia.E l’inventore della formula anticrisi “Pala family” offerta nei tredici punti vendita Mary Pizza :una pizza da un chilo e mezzo a forma di pala venduta a 13 euro.E da qualche giorno è partita la friggitoria di pesce.Con poco meno di 4 euro si può assaporare un cartoccio di paranza:calamari,pescetti,
gamberi.Sul curriculum di Marturano però pesa un’accusa di usura nelll’inchiesta di usura nell’inchiesta “Pinocchio” del 2009.Nel frattempo sono nate alleanze con Flavio Romanini cioè con l’imprenditore che sfiora la ndrancheta con un dito: prima ha ceduto il caffè Chigi a due passi dal parlamento a una società della famiglia calabrese degli Alvaro e qualche anno dopo ricompare nel Chigi come amministratore unico e socio di due donne ritenute prestanome della ‘ndrina Gallico. Ma l’anno scorso piovono i sequestri ordinati dai giudici che hanno requisito le quote della cosca calabrese ma non quelle del ristoratore romano.
Altri ristoranti romani di grande notorietà e tali da ricevere personaggi importanti della società più esclusiva, come di politici dell’uno o dell’altro schieramento presente a livello parlamentare,sono sicuramente il locale Alla Rampa ai piedi di piazza di Spagna e di Trinità dei Monti dagli anni settanta, L’Assunta Madre e ancora la villa ristorante di Massimiliano Colangelo in zona Salaria intorno alla antica Torre Salaria costruita sul mausoleo di Caio Mario. In questi locali i rapporti con quella che è diventata l’associazione mafiosa più forte nel mondo,l”ndrangheta calabrese, è presente direttamente o no con i grandi capitali di cui dispone come con suoi uomini che fanno parte dello staff di questi locali.
E’ significativo l’assedio con cui le associazioni mafiose più forti circondano la capitale della penisola e si impadronicono di ristoranti e locali frequentati ogni sera da vip o politici di rilievo. Quale è il significato di un simile assedio,di una presenza che sembra crescere ogni giorno di più.Sono interrogativi ai quali governo e parlamento dovrebbero dare finalmente qualche risposta non elusiva.
”Va sfatata la leggenda secondo a cui Roma non ci sono mafie strutturate,ha detto il procuratore capo della repubblica Pignatone di fronte alla presentazione dei dati dell’Osservatorio dell’Università della Luiss qualche giorno fa.
I procedimenti aperti nel 2012 dalla direzione distrettuale antimafia della capitale rispetto ai 201 dell’anno precedente. L’aumento è del 39 per cento e in diciassette di questi si potrà procedere per il 416 bis che indica le associazioni criminali di tipo mafioso.Il litorale sud è quello più colpito:il caso di Latina con 253 beni sequestrati e 123 beni confiscati per un valore di 280 milioni di euro è un esempio più che sufficiente. All’incontro la partecipato la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi che ha detto:”Le mafie sono presenti dovunque e,se non siamo pronti,il rischio è che, anziché la reazione,ci sia l’assuefazione.Minimizzare non serve.” Del resto,occorre essere particolarmente distratti per non accorgersi della presenza e della forza delle mafia nella capitale italiana.Basta fare una passeggiata nel cuore di Roma,da Campo dei Fiori al Tuscolano,per rendersi conto di quello che può in qualche modo far riferimento alle più forti associazioni mafiose che infestano il nostro paese,una parte notevole del continente europeo e le due Americhe.Ricor-
diamo prima di tutto che Roma è la capitale del riciclaggio nella penisola.Negli ultimi due anni le Fiamme Gialle hanno sequestrato beni per un miliardo e quattrocentomila euro .E richiesto provvedimenti per la stessa somma. Metà delle 160 aziende confiscate nel Lazion sono bar,ristoranti e alberghi.del resto è noto che l’industria turistica nella capitale e nella regione è centrale per il reddito della zona,viste le attrattive di cui godono città e regione rispetto non soltanto agli stranieri ma anche ai turisti italiani.
Nell’ultimo anno,sono scomparsi 417 bar e ristoranti e i cassieri delle mafie comprano il marchio e lasciano il vecchio gestore come testa di legno o inserendo un familiare fidato per schermare la proprietà. Allo shopping capitolino partecipano soprattutto ‘ndrangheta e camorra ma ci sono anche imprenditori che fanno riferimento alla vecchia banda della Magliana.
Uno dei capi della criminalità mafiosa nella capitale è di sicuro Edoardo Contini che viene dalla camorra campana e che anche l’attuale procuratore nazionale antimafia Franco Roberti ha avuto modo di conoscere.Proprio nei dintorni di piazza Navona,Contini gestisce un ristorante che ha pesce buono e pizza napoletana “verace”. Ma non finisce qui. L’imprenditore campano Michele Marturano ha costruito la sua rete di pizzerie tra il Colosseo e la periferia.E l’inventore della formula anticrisi “Pala family” offerta nei tredici punti vendita Mary Pizza :una pizza da un chilo e mezzo a forma di pala venduta a 13 euro.E da qualche giorno è partita la friggitoria di pesce.Con poco meno di 4 euro si può assaporare un cartoccio di paranza:calamari,pescetti,
gamberi.Sul curriculum di Marturano però pesa un’accusa di usura nelll’inchiesta di usura nell’inchiesta “Pinocchio” del 2009.Nel frattempo sono nate alleanze con Flavio Romanini cioè con l’imprenditore che sfiora la ndrancheta con un dito: prima ha ceduto il caffè Chigi a due passi dal parlamento a una società della famiglia calabrese degli Alvaro e qualche anno dopo ricompare nel Chigi come amministratore unico e socio di due donne ritenute prestanome della ‘ndrina Gallico. Ma l’anno scorso piovono i sequestri ordinati dai giudici che hanno requisito le quote della cosca calabrese ma non quelle del ristoratore romano.
Altri ristoranti romani di grande notorietà e tali da ricevere personaggi importanti della società più esclusiva, come di politici dell’uno o dell’altro schieramento presente a livello parlamentare,sono sicuramente il locale Alla Rampa ai piedi di piazza di Spagna e di Trinità dei Monti dagli anni settanta, L’Assunta Madre e ancora la villa ristorante di Massimiliano Colangelo in zona Salaria intorno alla antica Torre Salaria costruita sul mausoleo di Caio Mario. In questi locali i rapporti con quella che è diventata l’associazione mafiosa più forte nel mondo,l”ndrangheta calabrese, è presente direttamente o no con i grandi capitali di cui dispone come con suoi uomini che fanno parte dello staff di questi locali.
E’ significativo l’assedio con cui le associazioni mafiose più forti circondano la capitale della penisola e si impadronicono di ristoranti e locali frequentati ogni sera da vip o politici di rilievo. Quale è il significato di un simile assedio,di una presenza che sembra crescere ogni giorno di più.Sono interrogativi ai quali governo e parlamento dovrebbero dare finalmente qualche risposta non elusiva.
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