«In Italia il monopolio delle informazioni è decisamente nella mani della giustizia e il segreto istruttorio impedisce che le informazioni arrivino rapidamente alla polizia». Lo ha detto Juergen Maurer, Direttore del Dipartimento Anti-Criminalitá Organizzata del Bka (Bundeskriminalamt), a Klaus Davi per ‘Klauscondiciò. «Nel Belpaese solo i procuratori hanno il quadro complessivo delle indagini mentre la polizia può contare solo su notizie parziali. Il rapporto tra polizia e giustizia in Germania è meno teso, meno complicato che in Italia», ha poi aggiunto il responsabile del Bka, per il quale «Nonostante Italia e Germania lavorino insieme da molti anni, c’è ancora molto da migliorare. I nostri partner italiani sono disposti a fare di più ma il problema procedurale lo devono risolvere le autoritá giudiziarie. Con loro, le forme di collaborazione e di discussione non sono ancora sufficienti».
«Vorrei che le informazioni venissero comunicate in tempo reale ma accetto e comprendo che, per motivi di sicurezza, sia l’Italia a deciderne le modalitá. In tutto ciò, però, sono convinto che si possano sempre trovare delle vie alternative per comunicare meglio», prosegue Maurer, membro della Taskforce italo-tedesca per le indagini sulla strage di Duisburg, secondo il quale «tutte le più importanti autoritá investigative italiane, eccetto quelle giudiziarie, sono impegnate nella taskforce», ed «è assurdo che i giudici siano esclusi, sono loro a prendere le decisioni più importanti nel vostro paese». Per Maurer vi «è un problema di organizzazione, in Germania la polizia ha a disposizione le identiche informazioni dei procuratori». Insomma «il problema di fondo è che a causa del monopolio delle informazioni detenuto dai pm, ci vengono comunicate quasi sempre dati vecchi, non aggiornati. Ma noi -sottolinea Maurer- è di quelli nuovi che abbiamo bisogno, altrimenti la collaborazione
non ha senso».
«L’impressione è che in Italia la lotta alla mafia sia suddivisa tra troppe unitá e questo paralizza le indagini» ha aggiunto Maurer, per il quale «in Europa i sistemi giudiziari non sono omogenei, questo rende la cooperazione internazionale estremamente laboriosa. Siamo decisamente più lenti di qualsiasi organizzazione criminale». «Questi rallentamenti burocratici favoriscono la Mafia e le altre organizzazioni criminali che hanno ormai raggiunto livelli pari alle multinazionali» afferma ancora Maurer, lamentano a proposito delle mafie, «l’organizzazione più lineare e l’assenza di burocrazia al loro interno permette alle mafie di prosperare».
«In Germania nell’ambito di un’indagine si può ottenere qualsiasi informazione dalla banche, purché ci sia un’inchiesta in corso. Al contrario, dall’Italia non riceviamo informazioni di questo tipo dall’agosto 2007. Non c’è stata passata alcuna comunicazione sui movimenti di denaro sospetti nel Sud dell’Italia o su sequestri», ha detto poi Maurer, aggiungendo che «per poter indagare abbiamo assolutamente bisogno di informazioni sui flussi di pagamento e sugli investimenti» e che «si fa ancora troppo poco per confiscare i beni in possesso ai boss e per impedire il
riciclaggio di denaro sporco. Bisogna lavorare di più su questi punti deboli del sistema». Maurer ha indicato invece l’Italia come esempio da seguire sul fronte dei pentiti: «I pentiti sono uno strumento essenziale; l’Italia, sotto quest’aspetto, è organizzata meglio di noi. In Germania li usiamo poco e manca ancora una regolamentazione specifica. Dovremmo cambiare il nostro sistema giuridico ispirandoci al vostro» ha ammesso Maurer che quanto a connivenze con ‘ndrangheta in Germania ha sottolineato che «le organizzazioni criminali hanno bisogno della politica per consolidare i loro affari. La Germania non fa eccezione, anche qui c’è corruzione, ma in misura minore rispetto all’Italia del sud. L ‘intreccio tra criminalitá e politica è strettissimo e ha una portata internazionale. Questo fenomeno è alla base dell’esportazione a livello comunitario di ‘ndrangheta, mafia e camorra».
«Il pizzo si paga anche in Germania -ha ammesso Maurer- ma è un problema più marginale rispetto ai profitti illegali ottenuti da affari formalmente regolari. Sicuramente il traffico di droga ha ancora un ruolo primario, me i veri affari ora si fanno con gli appalti edilizi e con la spartizione dei fondi comunitari ottenuti grazie agli agganci politici». Maurer ha raccontato poi che «la prima descrizione della situazione in Calabria l’ho avuta dalla Commissione italiana antimafia al parlamento europeo. Ma solo successivamente, passeggiandoci con dei colleghi del posto ho avvertito la paura e il senso di oppressione che si respirano in quei luoghi. Sono convinto che qui la sopravvivenza di strutture criminali sia dovuta ai legami con la politica locale e regionale». Ho collaborato con loro molto intensamente, mi
impressionò la loro competenza. Certo, in Germania omicidi del genere non sono mai successi. Nessun giudice, pm o poliziotto ha mai subito un attentato mafioso, Falcone e Borsellino sono state due persone straordinarie», ha poi ricordato Maurer, per il quale la ‘differenzá della Germania riguarda anche gli immigrati italiani: «Tra gli italiani in Germania non esiste l’omertá. Gli italiani di terza generazione si comportano come i tedeschi», e «nelle nostre indagini abbiamo testimoni italiani che ci forniscono informazioni e collaborano con la polizia».
«Se la comunicazione tra Italia e Germania avesse funzionato meglio, probabilmente i fatti di Duisburg sarebbero comunque accaduti, ma forse ora conosceremmo giá i nomi dei mandanti e degli esecutori materiali», ha poi detto Maurer, sottolineando che «se qualcuno pensa di agire localmente per sconfiggere mafia e camorra si sbaglia di grosso. Mafia, camorra e ‘ndrangheta possono essere sconfitte solo su base internazionale». «Non dimenticherò mai il caso Livatino, il giudice ragazzino. Insieme a Falcone, catturammo i colpevoli in Germania» I killer erano arrivati dalla Germania e fu Falcone a fornire al Bka la lista dei 79 sospettati, tra i quali i colpevoli.
«Resta ancora oggi uno dei migliori esempi di collaborazione tra i due paesi nella lotta antimafia, gli arresti furono effettuati dopo appena una settimana e le condanne all’ergastolo arrivarono dopo due anni», ricorda Maurer.
Sul fronte delle intercettazioni Maurer afferma che «le intercettazioni telefoniche sono molto usate in Germania ma non possiamo mettere sotto sorveglianza una persona, o il suo telefono, solo perchè qualcuno ci dice che la suddetta persona è un mafioso. In Italia, invece, basta un sospetto per indagare contro qualcuno. Dal punto di vista della libertá d’informazione penso che sia giusto che lo stato possa intervenire solo quando si ha un reale sospetto dimostrabile. Come poliziotto condivido che prima di intercettare persone o di controllare i loro conti bancari ci debba essere un mandato ufficiale», conclude Maurer.[ad#co-11]
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