Settembre 20, 2024

Ennesimo atto di intimidazione in Sicilia contro un giornalista. Questa volta a essere preso di mira è stato Nino Amadore, redattore del Sole 24Ore-Sud a Palermo, il quale ieri mattina ad Agrigento ha trovato la propria auto fortemente danneggiata.
Il giornalista del Sole, che negli ultimi mesi ha seguito la rivolta degli imprenditori siciliani contro la mafia e contro il racket, la sera precedente aveva presentato al Polo universitario della città dei Templi su invito di Nino Randisi, segretario del sindacato dei giornalisti di Agrigento, il suo libro “La zona grigia, professionisti al servizio della mafia”. Quanto accaduto è stata «l’opera di un imbecille o di più imbecilli al servizio della stupidità umana. Se qualcuno con questo gesto ha ritenuto di fare una cortesia ai boss ha sbagliato bersaglio: io non mi fermo», ha commentato Amadore.
Per Leone Zingales dell’Unione cronisti si è trattato dell’ennesimo gesto di intimidazione verso la stampa: «Evidentemente – ha detto – un certo modo di fare informazione, quello che pubblica i nomi e i cognomi di corrotti, mafiosi e collusi sta infastidendo non solo i piccoli malavitosi e i capibastone, ma anche coloro che oggi gestiscono comitati d’affari inquinati e che pensano di potere imbavagliare la stampa coraggiosa». Sul caso è intervenuto anche il segretario dell’Assostampa di Palermo, Enrico Bellavia: «Tra censure, perquisizioni e minacce siamo al minimo storico nella storia recente del libero esercizio dell’attività giornalistica in Sicilia».
Solidarietà al giornalista del Sole-24 Ore è arrivata dal Comitato di redazione del «Giornale di Sicilia» e dagli imprenditori impegnati sul fronte della lotta al racket e per la legalità: da Antonello Montante, presidente di Confindustria Caltanissetta, a Giuseppe Catanzaro presidente di Confindustria Agrigento – intervenuto alla presentazione del libro e che si dice «sconcertato per l’accaduto» – al vicepresidente di Confindustria con delega per il Mezzogiorno, Ettore Artioli.
A nome di tutti parla Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia: «Faccio fatica a pensare – dice – che si possa trattare di una semplice coincidenza dopo la presentazione del coraggioso libro di Amadore, il quale è impegnato da tempo sui temi del contrasto alla criminalità attraverso la sua attività di giornalista. Occorre fare chiarezza». Solidarietà anche dal presidente della Provincia di Agrigento Vincenzo Fontana e dal sindaco Marco Zambuto.


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