Berlusconi vittima di Cosa Nostra? «L’ho scritto nella mia requisitoria. Non ricordo se usai il termine vittima consapevole o compiacente, comunque vittima che, sottoposta a queste pressioni, com’è spesso abitudine italica, preferì trovare un accordo con i boss anzichè rivolgersi alle autorità». Lo afferma Antonio Ingroia, procuratore aggiunto alla procura distrettuale antimafia di Palermo, in un’intervista a Libero.[banner size=”468X60″ align=”aligncenter”]
«Cosa nostra ha guadagnato denaro grazie a Dell’Utri, estorcendo denaro a Berlusconi», dice Ingroia. «Accanto all’estorsione di cui abbiamo parlato – aggiunge – ci sarebbe stato un altro tentativo di ‘estorsione politica, quando Berlusconi era già presidente del Consiglio. Dell’Utri si fece
portatore di questa minaccia e per questo è indagato». Il Pm affronta il tema della cosiddetta trattativa Stato-mafia. «Nessuno è indagato per aver trattato con la mafia. Il reato che la Procura sta perseguendo è quello di violenza o minaccia nei confronti di un corpo politico amministrativo ai fini di condizionarne l’eserciziò, precisa. «Questo ovviamente per quanto riguarda i mafiosi. Se poi ci sono uomini dello Stato o delle istituzioni che hanno consapevolmente indotto i mafiosi a
certe mosse o hanno intermediato le richieste, rispondono di concorso nella minaccia e per questo noi li abbiamo indagati». Sulla trattativa, prosegue Ingroia, “ho percepito – non nelle istituzioni, ma nel mondo politico – un clima non favorevole all’accertamento della verità. Si lascia che la ragion di Stato prevalga sullo Stato di diritto”. In merito ai tempi, le carte dell’inchiesta, prosegue, saranno note «quando ci sarà la chiusura delle indagini con le richieste di rinvio a giudizio. Se non ci saranno richieste istruttorie da parte dei difensori, prima delle vacanze di agosto ci saranno le richieste, in modo tale che l’udienza preliminare possa svolgersi dopo la sospensione estiva».
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