di Nino Amadore
Invita il presidente della Regione Raffaele Lombardo a trovare una rotta, fa chiarezza sulla sua ipotizzata candidatura a sindaco di Palermo, respinge le accuse alla casta dei parlamentari e rilancia con i numeri e gli interventi fatti in questi anni. Francesco Cascio, presidente dell'Assemblea regionale siciliana, interviene in un momento di grande incertezza politica.
Gli esponenti del movimento delle Forchette Rotte hanno espresso riserve sul suo conto per non averli ricevuti per la consegna di cinquemila firme sui costi della politica.
Mi è arrivata la richiesta a ridosso del mio rientro dal Congo dove ho partecipato a una missione umanitaria e dopo essere mancato diversi giorni da Palazzo dei Normanni. Ho solo risposto che li avrei ricevuti quando avrei avuto il tempo di farlo.
Dunque nessun diniego e nessun rifiuto di confrontarsi sui costi della politica?
Il ragionamento sui costi della politica lo portiamo avanti da tre anni. Abbiamo già avviato una serie di misure che hanno dato risultati. Non mi piace il sistema per cui uno si inventa un sito e lancia una petizione più o meno reale in una materia che raccoglierebbe milioni di firme e si sente legittimato a fare tutte le richieste del mondo. Questo modo di affrontare in maniera populistica questioni serie non mi piace affatto.
Vogliamo dare qualche dato sul lavoro che avete fatto?
Ma certo. Del resto c'è una lunga relazione.
Mi dica.
Sul fronte degli interventi già fatti i risparmi contabilizzati nel periodo 2011-2013 ammonteranno a 25,4 milioni: si va dal mancato adeguamento dell'indennità parlamentare al taglio di mille euro al mese alle competenze dei deputati in carica; dalla sospensione dell'assegno vitalizio agli ex deputati eletti al parlamento nazionale. Poi ci sono interventi che comportano risparmi a partire dal prossimo mandato come la revoca della possibilità di riscattare gli anni mancanti al completamento della legislatura per i deputati che non l'hanno completata. Inoltre è stato elevato da 2,5 a 10 anni il periodo minimo di mandato parlamentare per avere diritto all'assegno vitalizio.
Si discute oggi di candidature a sindaco di Palermo e si fa anche il suo nome.
Ho letto ovviamente il mio nome sui giornali. Sono tra i fondatori del Pdl e prima ancora di Forza Italia e ho messo nel conto che ci potesse essere questa opzione. Ma ho già detto che non sono interessato a fare il sindaco.
Per ottenere risultati elettorali il Pdl ha bisogno di ricompattare, per esempio, con il movimento del sottosegretario Gianfranco Micciché.
Il ragionamento con Micciché mi pare sia in fase avanzata: il candidato sindaco del centrodestra avrà l'appoggio di Forza del Sud. Al di là del mio nome il candidato sarà un candidato unitario del centrodestra con una coalizione ampia di partiti. A questa coalizione potrebbe aggiungersi qualche altro movimento politico ispirato dalla società civile.
Il senatore Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali, in un'intervista ha detto di essere pronto a correre da solo.
Non è la prima volta che Vizzini lancia la propria candidatura a sindaco di Palermo. Il suo problema io penso sia quello di discutere del futuro di questa città e di evitare che siano altri a fare fughe in avanti. Lui dice io ci sono e del resto ha dimostrato già quattro anni fa di avere un ruolo forte e con il suo movimento ha incassato oltre il quattro per cento. La sua aspirazione è che ci sia un confronto e un progetto per la città e su questo mi sembra si possa e si debba discutere.
Anche il presidente del Palermo Calcio Maurizio Zamparini, dice chiaramente di voler perseguire un impegno politico con un movimento che presto sarà presentato anche a Palermo. Che ne pensa?
Non c'è dubbio che in questi momenti di crisi economica e sociale ognuno si sente legittimato, anche se legittimato non è la parola giusta, a proporsi in prima persona. Ma se tutto questo può dare valore aggiunto che ben vengano nuove energie.
Torniamo alla Regione: il dibattito sulla mozione "contro" all'assessore alla Sanità Massimo Russo ha rivelato la debolezza della maggioranza che sostiene il governatore Raffaele Lombardo.
Io mi aspetto che il presidente della regione prenda in mano la situazione. Continuando in questo modo non si potrà andare avanti a lungo. In estate sono state approvate leggi importantissime ma ora c'è il rischio che si cada nuovamente in un pantano.
La accusano di non essere super partes. Cosa risponde?
Scaricano su di me per nascondere le loro difficoltà. Io auspico che il presidente della Regione sia in condizione di decidere: quale maggioranza, con chi stare, come andare avanti. Lui invece tira a campare e rinvia i problemi di settimana in settimana finendo con l'essere l'unico riferimento. E così non va: anche i partiti che lo sostengono si stanno stancando.
Si ha una percezione del Parlamento molto negativa. Il giudizio è che si impieghi troppo tempo a chiacchierare mentre la società va a rotoli.
Se non fosse un luogo di discussione e di chiacchiere non si chiamerebbe parlamento. I deputati chiacchierano, forse a volte troppo, ma io credo che il dibattito sia utile e democratico. Meglio così che un potere oligarchico in cui pochi decidono per tutti. Forse in questo momento i parlamenti dovrebbero parlare di meno e fare di più.
Lei dice: quello che manca è una guida.
Esatto. È il governo che deve dare indicazioni e presentare proposte per arrivare alla soluzione di problemi.
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