La Sicilia continua ad essere marchiata da scandali alimentari e aumenta l’esigenza dei controlli. Insaccati invasi dai parassiti, formaggio avariato riciclato e spacciato per buono, prodotti ittici congelati scaduti o in cattivo stato di conservazione, rischiano di finire sulle nostre tavole, mettendo a repentaglio la salute dei consumatori. Numerosi i sequestri effettuati dalle forze dell’ordine, ma ancora niente in confronto alla vastità del fenomeno. Alimenti e depositi per oltre 700 mila euro sono stati sequestrati dai Nas di Palermo. Sempre nel capoluogo siciliano, nel pieno centro cittadino e’ stato individuato e sottoposto al vincolo del sequestro amministrativo un deposito, attivato abusivamente, a servizio di un fatiscente panificio-salumeria. All’interno dei locali, erano custoditi ingenti quantitativi di acqua minerale, bibite, sacchi di farina, olio ed altri alimenti vari. A Trapani, presso un deposito all’ingrosso di alimenti, e’ stato accertato un ingente quantitativo di confezioni di pasta alimentare, già con termine minimo di conservazione abbondantemente superato, su cui era stata applicata una nuova etichetta che di fatto prolungava la validità del prodotto. Nei mesi scorsi sempre nel trapanese il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, ha ispezionato presso tre aziende olearie, violazioni alla normativa relativa alla tracciabilità e conservazione dei prodotti alimentari, eseguendo un sequestro amministrativo di prodotti alimentari per un valore di euro 67.000. A poco tempo fa è riconducibile anche la confisca penale di 13 tonnellate di mozzarella illecitamente ottenuta con l’impiego di grassi vegetali e pronta alla vendita. “Osservando questi risultati – ha commentato Giuseppe Messina, portavoce regionale del Movimento Difesa del Cittadino – si evince che la cucina siciliana non trova pace in tema di sicurezza alimentare e che la salute dei consumatori è sempre di più compromessa da contraffazioni. C’è l’esigenza di intensificare i controlli sugli alimenti. La lente delle forze dell’ordine deve essere puntata sulla tracciabilità e sull’etichettatura dei prodotti. Per il futuro auspichiamo ad una vera e propria repressione dei crimini agroalimentari. Va valorizzata la filiera corta, garantendo la produzione locale e abbattendo la presenza di inquinanti che sono stati riscontrati (diossine) all’interno di prodotti commercializzati nel mercato palermitano”. I dati della contaminazione di alcuni alimenti sono stati recentemente presentati a Palermo dal Movimento Difesa del Cittadino, grazie alla collaborazione con l’Ordine interprovinciale dei Chimici. I dossier e gli studi redatti sono stati inviati all’assessorato regionale alla Sanità e all’assessorato all’Agricoltura, richiedendo un rapporto di collaborazione affinché venga tutelata la salute dei cittadini. “ Dobbiamo valorizzare i prodotti della nostra terra – ha dichiarato, Maria Zammito, presidente di Legambiente Palermo – con le sue tradizioni e la sua notorietà all’estero – la lotta alle contraffazioni e ai criminali che lucrano sulla fiducia e la salute dei cittadini diventa attività fondamentale e irrinunciabile su cui la Regione e le forze dell’ordine devono lavorare costantemente, anche in termini di prevenzione”.
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