Il Carciofo di Cerda è la cultivar più diffusa di un areale di oltre settecento ettari coltivati a carciofaie che, dalle medie colline che introducono il territorio delle Madonie arriva sino alla costa di nord-est del palermitano: sono oltre duecento produttori, tra aziende e piccoli agricoltori, per un fatturato stimato poco superiore ai venti milioni di euro.
Quel territorio antico, presidiato già dai Greci che, dal fiume Himera si estende verso la valle del Torto, con suoli fertili e risorse idriche sotterranee normalmente abbondanti. Una produzione storica, insediata da oltre un secolo, che ha visto tante generazioni di intere famiglie dedicarsi a questa coltura, realizzando nel tempo, un vero e proprio piccolo distretto del carciofo di Cerda. Le produzioni in Sicilia del Carciofo rappresentano un’opportunità soprattutto per le nuove generazioni che devono trovare, nei loro territori di nascita, sostenibilità economica e migliori condizioni di vita. A questo prodotto è dedicato Cynara Festival e la 42esima edizione della Sagra del Carciofo di Cerda fino al 28 aprile con un denso programma di iniziative ed incontri per celebrare la “civiltà del Carciofo”.
E quest’anno il carciofo celebra il suo matrimonio col vino grazie alla collaborazione con la Doc Morreale.
Oggi da queste parti si punta sulla capacità di verticalizzare la filiera, principalmente attiva sul prodotto fresco e appena colto, coinvolgendo anche la ristorazione che a questo prezioso ortaggio ha voluto fare riferimento, realizzando una vera e propria specializzazione gastronomica. “Siamo convinti – dice ancora il sindaco di Cerda Salvatore Geraci – che sia giunto il momento di riconoscere al territorio, ai produttori, alle famiglie di Cerda, uno strumento di tutela e valorizzazione, l’IGP del Carciofo di Cerda, adottando un disciplinare di produzione condiviso e rispettato. L’eccellenza è tale da esigere questa opportunità di crescita e di ulteriore sviluppo dell’indotto, compresa la ristorazione di cui si nutre”. Un potenziale che il territorio unanimemente riconosce a portata di mano e che guarda con grande fiducia alla possibilità che Cerda, anche rispetto alla programmazione prevista per Sicilia regione Gastronomica d’Europa 2025, possa interpretare quel ruolo di protagonista che oggi le compete, realizzando insieme alla Sicilia delle eccellenze, un’alleanza strategica per generare flussi turistici stabili tutto l’anno. Su questo l’impegno dell’assessorato all’Agricoltura della Regione siciliana.
Puntare sul Carciofo è più che legittimo, non solo per affermare il principio ispiratore voluto dal parlamento siciliano nella difesa delle tipicità produttive e della biodiversità agro-alimentare dell’isola, ma risponde ad un preciso atto legislativo parlamentare dell’Ars che istituisce una Fondazione ad hoc e attribuisce al progetto di valorizzazione attenzione e risorse. Questo territorio può attrarre investimenti, competenze e innovazione sulla filiera del Carciofo può ampliare il suo raggio di azione su più direzioni, conservando e valorizzando questo straordinario prodotto raggiungendo nuovi mercati e nuovi sbocchi, soprattutto per la trasformazione del carciofo nelle sue tante declinazioni.
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