«Oggi contrastare la criminalità mafiosa significa aggredirla nel bene finanziario. La mafie bisogna impoverirle, aggredirle nelle ricchezze. L’arrestato un giorno verrà liberato, un giorno sarà sostituito, ma l’obiettivo dell’organizzazione, il guadagno, lo si fa saltare con un sequestro di beni». A parlare è il capo della polizia Antonio Manganelli, a Palermo, per la conferenza sul crimine organizzato. [banner network=”altervista” size=”468X60″ align=”aligncenter”]
«In questo l’Italia – ha aggiunto – è diventata brava. Era timida prima. Negli ultimi tre anni abbiamo sequestrato/confiscato 15 miliardi di euro; solo nel 2011 9 miliardi». E questo, ha insistito Manganelli, «vogliamo fare: aggredire le mafie ovunque. Con lo straordinario lavoro sinergico di tutte le forze di polizia, possiamo considerarci leader nell’aggressione alle ricchezze
criminali. Dobbiamo andare avanti anche con il ‘Digestò e con
la cooperazione internazionale per la vastità degli interessi mafiosi». In mattinata alla presenza del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri e del capo della polizia Antonio Manganelli, sono stati inaugurati i nuovi uffici della «Sezione criminalità organizzata» della Squadra mobile, simbolo del contrasto a Cosa nostra. I locali sono stati realizzati nel complesso dell’ex monastero di Santa Elisabetta, fondato nella seconda metà del XVI secolo, anche con il finanziamento di Regione e Confindustria Sicilia. I nuovi locali della questura sono dotati di strumenti tecnologici avanzati. Prevista un’area dedicata agli imprenditori che vogliono denunciare il ‘pizzò.
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