Una carta etica vincolante per i professionisti della provincia di Modena per contrastare mafia e corruzione. Il documento che sarà presentato nel corso di un convegno che si terrà il 28 gennaio nei locali dell’Auditorium Marco Biagi a Modena, è già pronto ed è all’esame dei vari ordini professionali che aderiscono al Comitato unitario delle professioni della provincia di Modena, tra cui gli ingegneri. E proprio il Comitato, in collaborazione con Libera, ha chiamato a discutere del tema il procuratore della Repubblica di Bologna Roberto Alfonso, l’ingegner Pietro Balugani (presidente del comitato unitario delle professioni di Modena), Stefania Pellegrini che è docente di sociologia del diritto alla facoltà di giurisprudenza dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, Matteo Richetti che è presidente dell’Assemblea legislativa della regione Emilia Romagna e don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera. Il 28 gennaio sarà ufficializzato il documento che, secondo alcune indiscrezioni, è già definito ma è in attesa degli ultimi ritocchi. Sempre secondo alcune indiscrezioni il documento prevede la radiazione del professionista in caso di condanna con sentenza passata in giudicato per il reato di cui all’articolo 416 bis (associazioni di tipo mafioso anche straniere) o delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo 416 bis con l’obiettivo di agevolare l’attività delle cosche mafiose o dei singoli mafiosi (secondo l’aggravante dell’articolo 7 della legge 203/1991). La radiazione sarebbe prevista anche in caso di confisca dei beni del professionista. Le due sanzioni possono essere proposte da Ordini o collegi competenti i quali possono anche, in via cautelare, proporre la sospensioone in caso di sentenza di condanna non ancora passata in giudicato o per l’avvio di procedimenti penali a carico del professionista.
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