Grandangolo – il giornale di Agrigento diretto da Franco Castaldo – questa settimana, nel numero 14 in edicola domani, affronta, con una edizione speciale di sei pagine diffusa anche a Caltanissetta e provincia, sviluppandone contenuti e temi, l’intera inchiesta antimafia denominata “Grande Vallone” portata a compimento dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo nisseno e condotta dai carabinieri del Ros. Gli intrecci tra mafia agrigentina e quella limitrofa e talvolta alleata della provincia di Caltanissetta, i tentativi di condizionare taluni procedimenti penali, il rapporto tra amministratori locali, tecnici comunali e boss, il condizionamento mafioso degli appalti e delle commesse nonché il clamoroso atteggiamento di imprese di alto spessore come, ad esempio, il gruppo Moncada, citato espressamente nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha portato in galera poco meno di trenta persone.
Durissimo il giudizio formulato dai magistrati nisseni laddove scrivono: “Si accertava, infine, che nell'area industriale sita sullo scorrimento veloce Agrigento – Palermo ricadente fra Campofranco e Casteltermini, il gruppo Moncada (in particolare la Moncada Solar Equipment s.r.l.) avrebbe dovuto realizzare la costruzione di uno stabilimento articolato su tre corpi di fabbrica. Ebbene, le risultanze del procedimento dimostrano come, anche in riferimento ai lavori in questione, i Modica siano riusciti ad aggiudicarsi commesse in sub appalto relative alle forniture di calcestruzzo ed ai lavori di movimento terra. E, per meglio comprendere come il conseguimento di tali lavori sia il frutto della caratura criminale dei Modica, occorre prendere le mosse dalle dichiarazioni rese sul conto della Moncada Costruzioni s.r.l. dal collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati. Si tratta di dichiarazioni che dimostrano come la società in questione sia ben consapevole del contesto in cui si trova ad operare, rivelandone l'assoggettamento ad un sistema che vede la necessità di "mettersi a posto" nel momento in cui si eseguono lavori di una certa entità”.
Il giornale sviluppa altri scottanti argomenti sempre in tema di mafia ed ancora si occupa con piglio altamente critico della situazione in cui versa Agrigento, sommersa e travolta dalla spazzatura. L’intervistona di Diego Romeo, ancora una volta appannaggio del presidente uscente della Camera di Commercio della città dei templi, Vittorio Messina, esamina nel dettaglio la difficile situazione del Consorzio universitario di Agrigento.
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