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Dalla Cisl lotta alla mafia nel nome di San Francesco

Una “nuova stagione di lotta al potere delle mafie mediante collaborazione organizzata tra sindacato e forze investigative”, è stata aperta stamani a Palermo dalla Cisl siciliana e della regione Lombardia, dal sindacato di polizia (Siulp) e dalle federazioni regionali e nazionali Cisl dei lavoratori edili (Filca). Il programma si baserà su protocolli e ha per obiettivo di “fornire alle forze di polizia informazioni su fenomeni, fatti e processi illegali rilevati dalle rappresentanze sindacali nei posti di lavoro e anche mediante l’analisi dei dati in possesso degli enti bilaterali”. Presentato nella settimana che culminerà con l’anniversario della strage di Capaci del 23 maggio 1992 e nel giorno delle operazioni di polizia che a Enna e Palermo hanno inflitto nuovi colpi alla criminalità organizzata, il “Progetto San Francesco” ha subito raccolto l’apprezzamento del questore di Palermo Alessandro Marangoni, che ha dichiarato: “Ringrazio la Cisl perché l’idea lanciata stamani è forte in quanto contribuisce a fare sistema, ed è proprio il lavoro di squadra tra istituzioni e forze sane della società che può condurre – ha rimarcato Marangoni – allo sradicamento della penetrazione mafiosa, anche aiutando ad affondare le mani nelle tasche dei criminali”. Al programma ha dato il via, in mattinata, il segretario della Cisl Sicilia Maurizio Bernava. Punto di partenza, la constatazione che “l’attuale crisi economia e finanziaria che pone al sistema delle imprese serie difficoltà di accesso al credito, rafforza la capacità di infiltrazione mafiosa nell’economia, nel circuito finanziario e nel governo degli investimenti pubblici”. Pertanto, la Cisl si propone di “alzare un argine contro tutte le mafie, preventivamente rispetto all’avvio degli investimenti”. Alla presentazione hanno preso parte Felice Romano, segretario generale nazionale del Siulp, Domenico Pesenti, leader nazionale Filca e Antonio Garau, sacerdote di frontiera e presidente della onlus Jus Vitae. Romano ha proposto la revisione del 416 con l’inserimento, nel reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, anche del voto di scambio che al momento è trattato come illecito amministrativo. Ma “così – ha sottolineato – è assai difficile dimostrare il nesso tra mafia e voto”. Inoltre, ha insistito sul fatto che la mafia oggi è “soprattutto una holding finanziaria”. Pesenti ha segnalato “l’importanza per il fronte anti-mafia dello scambio di esperienze tra sindacato siciliano e della Lombardia” e ha insistito su alcune richieste: la tracciabilità dei flussi finanziari con un conto corrente unico per ogni opera pubblica; la dichiarazione anticipata dei subappaltatori di cui ci si avvarrà per realizzare l’opera; e la certificazione antimafia estesa a tutta la filiera dei realizzatori d’opera”. Padre Garau ha suggerito una revisione della normativa nazionale che faccia dei beni confiscati, “continuativamente”, una “risorsa a sostegno delle associazioni senza scopo di lucro e delle coop che operano a favore dei minori, in particolare nei quartieri a rischio”. Alla discussione hanno preso parte anche Fiorella Morelli, della segreteria regionale della Cisl Lombarda, che ha commentato che “mentre la politica divide il Paese, il sindacato riesce a saldare l’unione tra realtà diverse che lottano per problemi comuni”. Inoltre, Vittorio Costantini e Vincenzo italiano, segretari Siulp della Sicilia e della Lombardia, e Santino Barbera e Renzo Zavattari, numeri uno della Filca siciliana e di quella lombarda.
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