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Dal consorzio sviluppo e legalità della provincia di Agrigento un percorso formativo di “specializzazione interdisciplinare” per chi vuole lavorare o lavora nel settore

La valorizzazione e il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia necessitano di un percorso formativo che si basi su strumenti conoscitivi ed operativi da fornire a quanti intendano lavorare o lavorino in settori in cui è necessaria la conoscenza del fenomeno mafioso. Questo significa avere contezza delle situazioni amministrative, imprenditoriali ed economiche colpite dal fenomeno mafioso, delle associazioni antiracket, delle forze dell’ordine, giudiziarie e forensi, degli sportelli di ascolto, dell’ambito lavorativo psichiatrico e psicologico, delle condizioni socio-economiche di un’area geografica in ritardo di sviluppo.
A tal fine il Consorzio agrigentino legalità e sviluppo per la gestione beni confiscati ha elaborato un progetto che prevede incontri con magistrati, docenti universitari, imprenditori, giornalisti, politici per “sondare” il territorio e stimolare l’interesse di potenziali professionisti dotati di competenze relazionali e formative complesse nel campo della prevenzione, dell’assistenza, della promozione di sviluppo.
Il progetto vuole creare le premesse per un intervento formativo di “specializzazione interdisciplinare” volto a far si che, da una parte, vengano messe in luce le opportunità ad investire ed operare nell’area del Mediterraneo in genere, e in Sicilia in particolare, e dall’altra, affrontare con consapevolezza e competenza le minacce che rallentano tali investimenti.
Dice Mariagrazia Brandara, presidente del Consorzio sviluppo e legalità della provincia di Agrigento: “Ci si rivolgerà a quanti, dotati di esperienze e conoscenze diverse, vogliono approfondire, tramite alcuni insegnamenti specialistici, le paure, i pensieri e le emozioni di chi è costretto a intrattenere, a vari livelli, rapporti con la mafia, di chi abita e lavora nei territori fortemente intrisi di cultura mafiosa, in modo da percepire le modalità relazionali attraverso cui la mafia si inserisce nel territorio, e di riconoscere che la mafia esercita un controllo sul territorio con procedure e tecniche complesse”. Sono già stati avviati contatti tra Mariagrazia Brandara e Girolamo Lo Verso dell’Università di Palermo.
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