La procura della Repubblica di Palermo ha chiesto al Comitato provinciale per l’ordine e la
sicurezza di sottoporre a tutela Massimo Ciancimino, 44 anni, figlio dell’ex sindaco della città, Vito, condannato per mafia e ritenuto essere stato il collegamento fra la politica e i boss corleonesi.
Massimo Ciancimino, ha avuto una condanna in primo grado di cinque anni e otto mesi per riciclaggio e tentata estorsione, e da alcuni mesi è teste della procura. Di questa metamorfosi, dall’accusa di mafia alla richiesta di una scorta, si legge oggi su La Stampa. Il figlio del politico-mafioso sta rispondendo alle domande dei pm della Direzione distrettuale antimafia nell’ambito di alcuni procedimenti che riguardano «la trattativa» che vi sarebbe stata fra uomini dello Stato e Cosa nostra prima della strage di via d’Amelio, in cui morì Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta, e altri intrecci che riguarderebbero Bernardo Provenzano e la politica. La richiesta dei pm al Comitato provinciale per la sicurezza è arrivata dopo un episodio segnalato dallo stesso Ciancimino e che riguarda un pedinamento di cui sarebbe stato oggetto il 27 giugno scorso da parte di due moto a Palermo, di cui il «teste» è riuscito a prendere nota del numero di targa ed una è risultata essere stata rubata.
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