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Agromafie, “indaga” la commissione Agricoltura del Senato

Collaborare con la commissione Agricoltura del Senato per individuare soluzioni e presentare proposte da avanzare al Governo e al Parlamento sulla delicata questione dell’agroalimentare italiano. È questo l’invito che il Presidente Roberto Formigoni ha rivolto al Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, al termine dell’audizione che si è svolta mercoledì scorso nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle frodi nel settore alimentare.
L’audizione di Fara è stata incentrata sul secondo rapporto Agromafie, realizzato grazie alla collaborazione con la Coldiretti e le Forze dell’Ordine, e su ciò che sta accadendo attorno al comparto agroalimentare italiano la cui straordinaria tradizione è sempre più messa a rischio dalle organizzazioni criminali capaci di intercettare e di approfittare, soprattutto in questo lungo periodo di crisi economica, di quei vuoti nella legislazione nazionale ed europea che indeboliscono il comparto.

‘ndrangheta, colpita la zona grigia: 47 tra professionisti e imprenditori arrestati

REGGIO CALABRIA – Una cabina di regia composta da imprenditori compiacenti e boss della ‘ndrangheta governava il mercato dell’edilizia a Reggio Calabria. È stata chiamata in codice «Araba Fenice» l’operazione eseguita dalla Guardia di Finanza su mandato della Dda di Reggio Calabria contro 47 persone, tra cui noti professionisti e imprenditori arrestati perché accusati di collegamenti con la mafia, che svelato lo scenario in cui le principali cosche operanti nella città calabrese dello Stretto disegnavano strategie criminali ed affari illeciti. Gli inquirenti hanno contestualmente sequestrato 14 società e beni per un valore di circa 90 milioni di euro. Denunciate complessivamente 64 persone. All’alba i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria e del Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata, con l’ausilio di uomini dello Scico di Roma, hanno eseguito gli arresti su tutto il territorio nazionale. Altre 17 persone sono state denunciate a piede libero.

Mafia: stragi ’93, pm: su mandanti esterni prove insufficienti

Nelle indagini sui concorrenti esterni alle stragi mafiose del 1993 “non abbiamo raccolto quanto necessario per investire della vicenda un giudice”. Lo ha detto il procuratore di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, ricordando che le dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, nel 2008, consentirono alla procura di “ricominciare un percorso”. Fra l’altro Spatuzza raccontò che il boss Giuseppe Graviano gli fece i nomi di Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi, suggerendo la presenza di una sponda politica.

La Sicilia affonda e c’è chi discute del sesso degli angeli

Da qualche tempo va in scena, in Sicilia, un dibattito davvero specioso: mentre la Sicilia affonda c’è chi discute del sesso degli angeli. Sembra quasi che l’isola sia piombata nell’illegalità. E che complici, se non mandanti, di questa illegalità siano gli imprenditori siciliani.
Gli interventi si ripetono: un giorno da destra, un altro da sinistra, un altro ancora da centro, un altro ancora da parte di chi si occupa di alcune questioni per motivi professionali. E per non farsi mancare nulla anche i grillini hanno cominciato a fare la loro parte: si sono presentati come tutori del nuovo e hanno finito col diventare i portabastone della più vecchia politica, prima di strategie e di prospettive.
Non è il caso qui di citare le inchieste nei vari campi dell’amministrazione regionale e nemmeno chiamare in causa le carte giudiziarie per cercare di capire.

Stefania Limiti: «Anche in Via D’Amelio possibile un’operazione sotto false bandiere»

Stefania Limiti
«Nei cassetti non troveremo certo il nome di chi ha agito ma certamente troveremo documenti utili a capire in quale contesto istituzionale sono maturate le stragi di mafia e non solo. Il Copasir, per esempio, potrebbe cominciare a mettere a disposizione di tutti (studiosi, giornalisti e così via) parecchi atti che ha in archivio. Ciò ci aiuterebbe certamente a capire». A parlare è Strefania Limiti, giornalista, autrice del libro il “Doppio Livello. come si organizza la destabilizzazione in Italia” (Chiarelettere 458 pagine, 18,60 euro) in cui ha ricostruito «il doppio livello della destabilizzazione, dalla sua nascita fino alle stragi mafiose, tentando di capire come sia stato possibile realizzare una così grande operazione di camuffamento e deviazione della verità».